Colore, sostenibilità e libertà di espressione. La moda del 2025 si muove lungo coordinate nuove, ma profondamente radicate nei bisogni delle persone. Ne parliamo con Anna Fasolino , anima creativa di Panarea Woman&Man, boutique indipendente nel centro di Catanzaro, che ci racconta visioni, scelte e nuove direzioni della moda contemporanea.
𝐀𝐧𝐧𝐚, 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞?
Sicuramente c’è un richiamo molto forte ai colori della terra. Parliamo di sabbia, marroni caldi, verdi naturali, sfumature che ricordano albe e tramonti. È una palette che nasce da un desiderio di ritorno alla natura, a un’idea di equilibrio, ma anche di radicamento. Non è solo una scelta cromatica, è un modo di raccontare la nostra connessione con l’ambiente, e questo lo si vede anche nei materiali.
𝐏𝐚𝐫𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐭𝐞𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢: 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐮𝐬𝐚𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢?
Abbiamo fatto una scelta precisa: lavoriamo quasi esclusivamente con materiali naturali, biologici o riciclati. Lini grezzi, cotoni ecologici, tessuti organici. Il sintetico da noi è ridotto al minimo. Vogliamo proporre una moda che sia bella, ma anche responsabile. C'è un ritorno molto forte a tutto ciò che è “grezzo”, vero, non artefatto.
𝐄 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐫𝐢𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐝𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐨𝐜𝐜𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢? 𝐂𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚?
Sì, è una tendenza che notiamo da qualche tempo, ma che quest’anno si è rafforzata moltissimo: l’occasion wear, cioè l’abbigliamento pensato per eventi speciali – matrimoni, cerimonie, feste – è tornato in primo piano. Ma con un twist: oggi anche l’eleganza deve essere comoda. Dopo il Covid, ci siamo abituati a stare comodi, e non vogliamo più rinunciare a questa sensazione, nemmeno quando ci vestiamo in modo più formale.
𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐮𝐜𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐞𝐬𝐢𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐛𝐛𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐢𝐥𝐞?
Nell’uomo vediamo un’evoluzione molto interessante. C’è un’idea di formale rilassato: pantaloni più larghi, modelli carrot, baggy, balloon, e giacche con dettagli tecnici – come le tasche a patta – che rompono la rigidità del completo classico. Stiamo abbandonando gli skinny e ci avviciniamo a silhouette più morbide, che noi portiamo dal 2000. Non abbiamo mai avuto una proposta comunque molto fittata o molto stretta ma abbiamo sempre proposto questi brand con un appeal abbastanza over.
𝐈𝐥 𝐝𝐞𝐧𝐢𝐦 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚 𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐥𝐞?
Assolutamente sì, è un pilastro trasversale. Anche qui però la parola d’ordine è comodità: tagli rilassati, tessuti meno strutturati. Il jeans non è più solo per il tempo libero, ma entra anche nel guardaroba formale, sempre però con una linea più fluida.
𝐄 𝐢𝐧 𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞? 𝐋𝐚 𝐦𝐨𝐝𝐚 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐟𝐥𝐮𝐢𝐝𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐨𝐟𝐟𝐞𝐫𝐭𝐚?
Senza dubbio. La donna oggi è molto interessata ai capi maschili, soprattutto nella parte alta: maglioni, felpe, blazer… il taglio oversize è sempre più cercato. E l’uomo risponde con un’apertura sempre maggiore a capi unisex. Pensiamo, per esempio, alla shopper, che noi abbiamo di Aspesi, che fino a qualche anno fa era considerata esclusivamente femminile, mentre ora è uno degli accessori più amati anche dagli uomini.
𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐧𝐞𝐥 𝐫𝐞𝐩𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐢?
Abbiamo una proposta molto curata, soprattutto nelle borse. Una novità divertente è il manico di Orciani, ispirato agli scooby-doo di quando eravamo bambini: intrecciato, colorato, originale. Anche nelle scarpe abbiamo inserito un marchio nuovo per noi, Sebago, specializzato nei mocassini. Abbiamo modelli più formali ma anche versioni estive, come la classica “barchetta”.
𝐏𝐚𝐫𝐥𝐚𝐯𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢 “𝐭𝐫𝐚𝐧𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞”: 𝐯𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥’𝐚𝐛𝐛𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞?
Sì, oggi il concetto di transitional è molto importante. Le mezze stagioni, come le conoscevamo, non esistono più. Per questo anche le pre-collezioni sono fondamentali: offrono capi con pesi intermedi – come i piumini da cento grammi – che ci permettono di accompagnare il cliente nei mesi di passaggio, da marzo a maggio, senza dover rinunciare al comfort termico o allo stile.
𝐄 𝐬𝐮𝐥 𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐳𝐳𝐢? 𝐒𝐢 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐨𝐝𝐚 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐧𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨?
È una delle sfide più belle. Stiamo lavorando per avere un merchandising mix, che includa sia brand di fascia alta che marchi più accessibili, italiani, con un buon rapporto qualità-prezzo. Vogliamo parlare anche a un pubblico giovane, o semplicemente a chi cerca prodotti di qualità senza sforare il budget. E questo lo facciamo mantenendo una forte attenzione all’etica della filiera. Proporre capi Made in Italy, sostenibili e non provenienti da produzioni di massa è una scelta che sentiamo nostra. Soprattutto in un contesto come quello del centro di Catanzaro, dove sempre di più sentiamo la responsabilità di offrire una proposta autentica, lontana dal fast fashion, ma vicina alla città e ai suoi ritmi.
La filosofia di Panarea può essere quindi riassunta in una sola parola: libera. Libera da mode imposte, libera nelle forme, libera nei prezzi. Ma soprattutto, libera di essere consapevole.