Dietro al bancone del bar, nell’angolo sulla destra, in alto, c’è ancora uno stereo compatto di colore grigio con lettore di musicassette e cd. Un oggetto che riporta tutti indietro nel tempo, a tre decenni fa. Era l’epoca in cui il mitico Max Pezzali cantava “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, un eterno precario con gravi problemi di sussistenza che credeva ancora nell’onestà. I social non esistevano e con i telefonini si riusciva a malapena a telefonare, se si estraeva bene l’antenna.
Nico Ascrizzi era un ragazzo di 26 anni che puntava a realizzare il suo grande sogno: aprire uno di quei locali dove si arrivava in comitiva e ci si metteva in fila per prendere una porzione di pizza. Proveniva da un lungo periodo di gavetta nel settore della ristorazione e aveva accumulato esperienza e giornate lavorative dai turni massacranti e dalle scarse soddisfazioni. Non ci pensò due volte a cogliere l’occasione di rilevare l’attività di un amico di famiglia, sfidando lo scetticismo di quanti ritenevano che si stava imbarcando in un’impresa difficile e rischiosa. “Il rapporto di fiducia con questa persona mi ha permesso di poter compiere un passo importante, pur non disponendo di grandi risorse economiche. È stata una vera sfida: ero giovane e in città c’erano già altri locali di riferimento, ma non mi sono fatto scoraggiare” racconta Nico che, dal 26 gennaio del 1996, è il titolare della pizzeria “L’Intervallo” in via Eroi, a Catanzaro.
Un locale dedicato alla cosiddetta ristorazione veloce che in città può vantare una delle gestioni più longeve. Un esempio di come si possa resistere mentre intorno tutto si trasforma. Il segreto per ottenere questo risultato? “È il lavoro costante, la capacità di adattarsi ai cambiamenti, di non fermarsi davanti agli ostacoli e di non adagiarsi sugli allori nei momenti favorevoli” spiega Nico Ascrizzi mentre ci accoglie nel suo locale nel giorno di riposo settimanale. È la situazione ideale per incontrarlo e farci raccontare un pezzo della sua storia che in buona parte è stata scritta proprio tra quelle pareti. Scopriamo fin dalle prime battute che sporcarsi le mani di farina è una propensione naturale che ha scelto di assecondare e di coltivare fino a farla diventare il suo lavoro: “Stare in cucina è sempre stata un’attrazione irresistibile per me. A 14 anni nello scantinato di casa preparavo i calzoni fritti ai miei amici. Mi piaceva trasformare le materie prime in buon cibo. È il mio modo per esprimermi. Così a un certo punto della mia vita mi sono messo in gioco e, passo dopo passo, ho imparato sempre qualcosa in più per rafforzare le mie competenze” aggiunge Ascrizzi che, come un buon marinaio, non ha mai permesso che la sua nave venisse travolta dalla burrasca, avendo ben chiara la rotta da percorrere: “Nei momenti più critici mi sono dimostrato pronto ad adeguare l’offerta alle nuove esigenze della clientela. Bisogna correre ai ripari subito quando c’è il sentore che qualcosa non funziona più”.
In questo processo di riadattamento alle novità, si è sempre posto una condizione da rispettare: non tradire l’identità di una pizzeria nata negli anni novanta, un decennio semplice e per certi versi ingenuo, soprattutto a tavola. Ecco perché l’incidere delle mode non ha snaturato il volto di questo esercizio commerciale dove il cibo è di buona qualità e i prezzi sono alla portata di tutti.
La strategia che ha permesso a “L’Intervallo” di stare al passo con i tempi non ha ingannato le aspettative della clientela: tutti hanno potuto continuare a fare affidamento sulla rosticceria da asporto e sulla focaccia da mangiare in piedi, anche quando si è deciso di rendere l’ambiente più accogliente con tavoli e sedute meno spartane rispetto alle originarie panche in legno. Gli interventi non hanno riguardato solo l’estetica del locale spiega Nico: “Non abbiamo mai abbassato la guardia sulla selezione degli ingredienti da lavorare. Da anni proponiamo un impasto ai dieci cereali che ci consente di avere un prodotto unico, riconoscibile, che si contraddistingue”. Si sono presentate anche le fasi critiche, dopo una buona partenza. Per affrontarle sono state adottate delle vere contromisure: “Ad un certo punto ci siamo resi conto che solo la rosticceria ‘mordi e fuggi’ non ci avrebbe permesso di sopravvivere e abbiamo ampliato il menù inserendo qualche piatto freddo come le insalate miste e qualche secondo come alette con patate al forno”.
A varcare la soglia del locale non c’erano più i numerosi studenti del Liceo Scientifico che aveva sede nel palazzo di fronte, perché nel frattempo era stato trasferito. Il centro storico di Catanzaro iniziava ad essere interessato da un considerevole spopolamento, molti uffici venivano collocati in altri quartieri, l’avvento dei centri commerciali produce i suoi effetti. Eppure Nico Ascrizzi decide di restare in città, in via Eroi. Non si fa prendere dallo sconforto ma cerca soluzioni. Le trova e le mette in pratica. Una delle ultime intuizioni ha riguardato l’offerta del beverage: accanto all’iconica Stella Artois, ha ampliato la varietà delle birre e degli alcolici: “Abbiamo introdotto tre etichette di birra alla spina e inserito il vino. Oltre a qualche super alcolico”.
Continua a ritagliarsi il suo posto e non guarda alla concorrenza con timore: “Il rapporto con le altre attività è migliorato. Mentre prima la pizzeria a fianco la vedevi solo come un'antagonista, adesso c’è un rapporto di rispetto e solidarietà per il fatto di operare nello stesso settore. Non c’è una rivalità velenosa”.
Questa è la storia di un ristoratore coraggioso che dopo aver avviato la sua attività e preso confidenza con l’organizzazione del personale e dei fornitori e con gli adempimenti amministrativi, ha deciso anche di rimettere le mani in pasta. “Sono tornato a fare il pizzaiolo per passione” confessa e così passa molto tempo a sperimentare nuove ricette e impasti per la sua pizza. L’arma segreta di Nico è senza dubbio l’amore incondizionato per il suo lavoro che si alimenta quotidianamente della buona energia di rapporti solidi con i suoi clienti: “Con molti di loro si è instaurato un legame familiare. Tra tutti mi viene in mente una ragazza che ho visto crescere. Veniva qui con i suoi genitori quando era bambina e nell’attesa di ritirare la pizza si divertiva a giocare con una pallina di impasto".
Il traguardo dei 30 anni di attività della Pizzeria L'intervallo è vicino e Nico Ascrizzi vuole festeggiarlo con gli amici, i clienti storici e quelli nuovi.
Rosita Mercatante per Centro Tavola