Da ragazza era un vulcano di idee e aspirazioni. Desiderosa di scoprire se stessa sognava di viaggi, di avventure e di esplorazioni. Amava l'arte, la musica, e, come tutti i ragazzi, aspirava a dipingere la sua vita con colori vivaci. Tuttavia, i suoi genitori avevano altre aspettative. Proveniva da una famiglia tradizionale, dove la sicurezza e la stabilità erano viste come valori fondamentali e il suo percorso era stato già tracciato: istruzione, lavoro stabile e, infine, matrimonio; le tappe che le avrebbero garantito serenità e benessere. Angela si ritrova suo malgrado, per non deludere nessuno, a percorrere questi binari rigidi, sentendo il peso delle aspettative altrui (ma poi di chi?), trasformando la sua vita in una routine che non le appartiene completamente e in cui ogni giorno ha un boccone amaro da mandar giù, un compromesso con se stessa e con il mondo da accettare.
In scena vediamo Angela Finocchiaro, nei panni della protagonista, bloccata nel traffico autostradale in un intrico di veicoli, che tanto somigliano ai pensieri che si accalcano nella sua mente. Il classico rientro dei vacanzieri dal mare, un caos prevedibile, ma comunque frustrante per la fretta di raggiungere la città: la attende una cena aziendale, un'occasione importante per la sua carriera; un'opportunità per farsi notare, per dimostrare il suo valore e magari aspirare a quella promozione che inseguiva da tempo. Ma ora si sente come una pedina immobilizzata su una scacchiera, impotente di fronte all'impietoso traffico.
La ritroviamo, dopo qualche battuta amara e sarcastica, trasportata da un’onda gigantesca in uno spazio irreale dove l’incontro con Monfort, al secolo Bruno Stori, caratteristico personaggio alla ricerca di un calamaro gigante, segnerà l’inizio di un viaggio grazie al quale sarà possibile avventurarsi nei meandri dell'inconscio e nelle paure collettive più profonde. Lo spettatore intuisce subito che è proprio quando ci si avventura nei territori misteriosi dell'inconscio che l'umorismo diventa un potente strumento per esorcizzare ansie e tabù; la battuta serve a mettere a nudo le inquietudini dell'esistenza urbana e moderna, trasformandole in un mezzo di liberazione e sollievo. Questo tipo di humour urbano ci permette di ridere dei nostri tormenti e di prendere le distanze da ciò che ci spaventa, riportandoci in superficie e offrendoci un sollievo temporaneo.
Cifra importante dello spettacolo è sicuramente la scenografia, potente strumento narrativo che amplifica l’impatto emotivo della storia ed offre allo spettatore un’esperienza immersiva e coinvolgente. Essenziali e accattivanti i teli che, a seconda dei capitoli scenici, si trasformano ora in un vascello, ora in un monastero, portando gli spettatori in infiniti mondi che catturano imprescindibilmente l'immaginazione, anche per merito degli effetti grafici dei video che proiettano il mare tumultuoso e pericolosamente ondeggiante con gli enormi tentacoli che sembrano voler trascinare la platea negli abissi più profondi. Un'esperienza visiva che evoca situazioni archetipiche e risveglia emozioni intense.
In questo contesto visivo emerge la figura della nonna della protagonista, un personaggio che rappresenta la saggezza e la conoscenza dell'ignoto. L’anziana signora incarna la voce della ragione che ci invita a non temere l'irrazionale, ma piuttosto ad abbracciarlo, ad aprire la mente alle possibilità e alle verità che risiedono al di là del razionale.
La storia di Angela è un potente promemoria del fatto che l'inconscio è una parte integrante di noi stessi. Le paure che vi risiedono possono manifestarsi in modi inaspettati, ma affrontarle è l'unica via per la crescita personale perché solo accettando e comprendendo queste paure possiamo sperare di superarle e trovare un senso di pace interiore.
Meritatissima la standing ovation per "Il Calamaro Gigante", prima rappresentazione della Stagione teatrale proposta da
AMA Calabria, Sabato 16 Novembre, al
Teatro Comunale di Catanzaro.
Una storia suggestiva, magnificamente condotta in scena da Angela Finocchiaro, che ci invita a riflettere sulla complessità della mente umana e sul viaggio introspettivo che ognuno di noi dovrebbe affrontare.
Lorena
Pallotta per Area Teatro - Catanzaro Centro