Monkey Man: omaggio a Mario Schifano è una mostra realizzata dalla Galleria d'Arte, negozio e laboratorio di cornici Verduci Arte (Via dell’Arcivescovado 18, adiacente Piazza Duomo) e aperta fino al 20 Aprile 2024 dalle ore 9:00 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 20:00.
L’inaugurazione si terrà mercoledì 27 Marzo alle ore 18:00.
La galleria a partire dal 1964, anno della sua fondazione, è sede di numerose mostre e di inviti da parte di artisti nazionali e internazionali. Il 1964 è una data iconica nel mondo dell’arte poiché la Pop Art si consacra definitivamente come fenomeno globale, con la vittoria del Leone d’Oro di Robert Rauschenberg alla Biennale di Venezia. La Pop Art approda allora in Italia dove a Roma dà origine alla Scuola di piazza del Popolo, il cui maggior esponente è proprio Mario Schifano, celebrato in questa mostra, ma che già aveva esposto nella galleria.
Mario Schifano (Homs, 1934 – Roma, 1998) nasce in Libia da padre siciliano con il quale si avvicina alla pittura dopo il suo trasferimento a Roma, dove lavora come archeologo e restauratore. La prima produzione artistica risente delle tendenze informali che progressivamente abbandonerà a discapito di uno stile piú “minimal”. Sul finire degli anni ‘50 partecipa al movimento artistico di Scuola di piazza del Popolo, tra cui spicca anche il giovane Mimmo Rotella. L’adesione al mondo della Pop Art si fa sempre piú forte dopo la sua partecipazione alla storica Biennale di Venezia del 1964. Risalgono agli anni ‘80 la sua serie di lavori piú iconici: Propagande, dedicata ai marchi pubblicitari (Coca-Cola ed Esso), che manifesta l’attrazione di Schifano nei confronti della società dei consumi. A differenza di Andy Warhol peró, egli esalta nei suoi dipinti il colore e le macchie; anche quando, verso gli ultimi anni di vita, si avvicina alla serigrafia, non abbandonerà mai del tutto il pennello.
Il gallerista Valerio Verduci spiega così i motivi del titolo: “Monkey Man è un riferimento all’omonima canzone dei Rolling Stones del 1969 dedicata a Mario Schifano, che i membri della band avevano conosciuto a Positano (SA) durante le riprese del suo film "Umano non Umano" (1969). Ciò ci fa capire l’ossessione per i media di questo artista rock star.”
L’esposizione è composta da 20 serigrafie polimateriche (matita, gessetto, smalto, pastello, acrilico, ecc..) ritoccate a mano e realizzate negli ultimi anni di vita dal 1990 al 1992. Le opere, provenienti da collezioni private, sono provviste ciascuna del certificato di autenticità. Nelle serigrafie sono rappresentati paesaggi naturali e urbani, animali e fiori, e risentono di uno stile di matrice più materico ed espressionista, “quasi un ritorno alle origini” come afferma Verduci. In Schifano tradizione e innovazione si incrociano: alle ampie pennellate e al recupero dei colori della natura, egli contrappone l’uso del collage e la comparsa di numeri e parole, indice di un vocabolario artistico consapevole della potenza concettuale dei nuovi media.
Verduci, riguardo lo scopo di questa mostra, racconta: “Mi auguro in futuro di riservare sempre più spazio alla galleria d’arte e di continuare il progetto di mio padre con la certezza che questo luogo, questa galleria, è ormai un punto di riferimento per gli amanti dell’arte contemporanea e del collezionismo nella nostra regione.”
La mostra è un occasione per conoscere meglio le opere poco note al grande pubblico dell’ultimo Schifano, ma anche per comprendere il ruolo dell’arte nella nostra società. Ai ritmi frenetici a cui ogni giorno siamo sottoposti occorre contrapporre la quiete indotta dalla cosa più normale che c’è: la pittura. Quando a Schifano chiedevano perché continuasse a fare quadri lui rispondeva: “perché è umano, troppo umano.”
Giuseppe Bagnato per Area Teatro - Catanzaro Centro