È andato in scena giorno 22 febbraio 2024 lo spettacolo teatrale "Il mio amico cane" presso il Nuovo Supercinema di Catanzaro.
Il regista Marco Paoli ha sapientemente adattato un testo americano del 1959 - lo spettacolo originale è ambientato a New York - dando vita ad una pièce dai toni tanto crudi e diretti, quanto delicati e intrisi di umanità.
Due personaggi, due mondi, due sensibilità, due vite quella di Pietro e di Marco, perfetti sconosciuti che, in un'assolata domenica d'autunno, si incontrano per caso in un parco di città.
Due vite a confronto su una panchina: di Pietro, di Marco, la mia, la tua, la sua, la nostra, la vostra.
Si, perché quella panchina può essere di tutti! Rappresenta infatti il simbolo di una possibilità di incontro, di scambio di opinioni, di verità, che ognuno di noi può utilizzare per incontrare sé stesso e l'altro.
Sulle note di "What a Wonderful World" hanno fatto ingresso in scena i due attori che, con la loro magistrale interpretazione, hanno catapultato lo spettatore in uno spaccato sul disagio che entrambi vivono quotidianamente.
Pietro, il borghese, è l'uomo di mezza età, realizzato, con una moglie, due figlie, due pappagalli, due gatti, un lavoro stabile, che vive in una villetta con giardino.
Marco, "ospite di passaggio permanente”, è l'uomo sensibile che vive in una catapecchia e assiste ogni giorno ad un carosello di varia umanità dei suoi vicini.
È inoltre mosso da una disperata, definitiva intenzione.
I due uomini attraversano tutte le fasi emotive che intervengono in una conversazione.
L'esito è sorprendente e il climax raggiunto libera il personaggio di Marco dal "peso" della vita e investe invece quello di Pietro di un'angoscia quasi mai conosciuta.
Marco Silani, il calabrese, e Marco Paoli, il toscano, con una recitazione a tratti sincopata, a tratti realistica e diretta,
hanno fatto scivolare lo spettatore in una storia che fa riflettere sull'importanza o
inutilità delle azioni che compiamo ogni giorno vivendo, perché "certe volte bisogna deviare di molto la strada per raggiungere un punto poco lontano!"
La scelta registica di una scenografia essenziale ha contribuito a far concentrare lo spettatore su una drammaturgia puntuale.
A sottolineare le tensioni tra i personaggi le luci di taglio che spaccano in due i due universi, che comunque, in un posto non lontano, si incontrano.
Giovanna Fregola per Area Teatro - Catanzaro Centro