Per Catanzaro la cultura è ancora una scommessa aperta: il capoluogo è detentore di un ricco patrimonio che ancora attende di essere messo a valore. Nonostante l’indubbia presenza di siti di particolare interesse storico, artistico, ambientale, naturalistico e paesaggistico, la città è ancora al di sotto delle sue potenzialità di sviluppo. È quanto emerge dal report “Catanzaro una città in transizione”, curato da Mecenate 90 in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne e raccolto nel secondo volume “L’Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie”. Un’analisi qualitativa che affianca alle produzioni di statistiche uno sguardo più approfondito sulle dimensioni plurali che contraddistinguono la vita sociale, economica, politica e culturale della realtà territoriale. Oggetto della ricerca dieci città italiane di medie dimensioni: Caltagirone, Catanzaro, Chieti, Lecco, Livorno, Macerata, Novara, Padova, Salerno, Taranto.
Il lavoro sul capoluogo calabrese ha consegnato come risultato finale un "ritratto" contemporaneo della città i cui contorni si delineano nel confronto che i ricercatori hanno instaurato per mesi con il governo cittadino, i dirigenti del Comune, gli imprenditori, i corpi intermedi, il mondo della cultura, della ricerca, della formazione e il Terzo Settore.
“La ricerca sul campo ci ha restituito – si legge – un quadro incoraggiante. Tutti gli attori pubblici, privati e del privato sociale e gli operatori culturali sembra che siano consapevoli della necessità e dell’urgenza di arrestare il declino della città, di costruire una comunità resiliente per uscire da una lunga fase di abbandono e di rassegnazione”. La prospettiva ottimistica invita le svariate componenti ad affrontare una nuova sfida: il diffuso vecchio sentimento di arrendevolezza si può superare mettendosi in gioco con l’obiettivo di creare un ecosistema che metta in valore le risorse naturali e paesaggistiche di cui la Città in gran parte dotata, puntando ad un turismo di qualità e riscoprendo il carattere di città di mare ma anche di cultura e spettacolo dal vivo.
La dimensione culturale è riconosciuta come cruciale per il processo di crescita di Catanzaro come viene riportato nelle pagine del sesto capitolo del report, “Una città-parco con rilevanti risorse naturalistiche”.
MOLTEPLICITÀ DI RISORSE
Il dato di partenza della dettagliata analisi è la corposità del patrimonio monumentale e museale e la presenza di un vero protagonismo del Terzo Settore, in ambito sociale e culturale, che possono contribuire al potenziamento del capitale sociale della comunità.
Nell’offrire un quadro d’insieme dei beni di rara bellezza di cui la Città dispone vengono passati in rassegna strutture come il Complesso monumentale del San Giovanni, con i resti del Castello normanno svevo e l’annessa statua del Cavatore, il Parco della Biodiversità, il Bosco Li Comuni di Siano, le Dune di Giovino. Ed ancora i numerosi musei (March, Marca, Museo del Rock, Museo diocesano di Arte sacra e luoghi d’arte come la Casa della Memoria di Mimmo Rotella, Parco internazionale della scultura con le installazioni degli artisti Mimmo Paladino e Michelangelo Pistoletto). In elenco anche i palazzi gentilizi: Palazzo liberty Stac, Palazzo Fazzari, Palazzo Grimaldi-Montuori...
Al ricco patrimonio culturale e paesaggistico si accompagna un’offerta articolata di produzione di eventi nell’ambito teatrale e musicale. Si annovera l’attività poliedrica del Teatro Politeama, nell’ambito dell’offerta cinematografica spicca il Magna Graecia Film Festival che celebra la sua ventesima edizione e la Casa del Cinema, il Festival d’Autunno prodotto dell’associazione Donne in Arte, il Catanzaro Jazz Festival giunto alla venticinquesima stagione, il Teatro Incanto che, tra le altre attività formative nell’ambito della recitazione, da 5 anni gestisce il Teatro Cinema Comunale.
Altro aspetto positivo messo in evidenza è quello relativo al tessuto associativo definito vivace e attivo, in quanto ci sono molte realtà che operano sul territorio promuovendo eventi e iniziative finalizzate alla lettura più innovativa e creativa della città.
Insomma un contesto articolato composto da una molteplicità di risorse tra cui patrimonio, eventi, istituzioni pubbliche e private, organizzazioni non lucrative che potenzialmente potrebbero far crescere i consumi culturali, migliorare la qualità della vita dei cittadini e concorrere allo sviluppo turistico.
LE PRINCIPALI CRITICITÀ: MANCANZA DI COLLABORAZIONE E CONCORRENZA
Obiettivi ambiziosi non ancora raggiunti. Perlomeno non a pieno: molti i segnali che si sta andando nella direzione giusta anche se non mancano le criticità. “È necessario una discontinuità con il passato” si legge nel report che attraverso le parole degli intervistati fa emergere i principali aspetti problematici.
Si lamenta un eccesso di autoreferenzialità, la scarsa propensione a forme di collaborazione, l’assenza di rete, eccessiva frammentazione e una forte dipendenza da finanziamenti pubblici scarsi e saltuari. Manca un orizzonte comune entro cui riconoscersi. Ciò finisce per rendere meno efficace anche l’azione pubblica.
Emblematica una delle dichiarazioni degli operatori culturali: “Abbiamo tante associazioni, abbiamo tanta voglia di narrare, di usare e vivere di cultura ma ci vuole una maggiore aggregazione, qualcuno che ci faccia lavorare e ci faccia produrre meglio”. Un confronto tra opportunità e criticità del contesto in cui operano i protagonisti del Terzo Settore porta a galla diverse esigenze che non trovano risposta: difficoltà di dialogare con l’Amministrazione, scarsa propensione a collaborare tra le stesse associazioni, la concorrenza. Alcune considerazioni pongono l’accento su come il mondo del Terzo Settore non sia del tutto privo di resistenze perché fortemente condizionato e plasmato da una cultura organizzativa che ha fatto i conti per lungo tempo con un contesto orientato alla competizione per aggiudicarsi le poche risorse pubbliche disponibili. Quasi tutti gli interlocutori mettono in evidenza la mancanza di una rete tra le associazioni, pur lavorando nello stesso settore. Lo scenario è quello di tante realtà che operano in maniera solitaria.
In tale contesto diventa difficile immaginare percorsi di partenariato basati sulla co-programmazione e/o sulla co-progettazione. Gli interlocutori hanno dimostrato di avere una conoscenza piuttosto opaca degli strumenti di amministrazione condivisa (art. 55 del codice del terzo settore).
LE STRUTTURE MUSEALI NON DIALOGANO TRA LORO
Situazione analoga sul fronte della gestione delle strutture. La diversa titolarità del patrimonio culturale e la complessa gestione amministrativa (dalla Sovrintendenza ai Beni artistici-storici e archeologici, alla Provincia, dal Comune agli enti ecclesiastici e ai soggetti privati) non favorisce una programmazione delle attività di conservazione e di valorizzazione, e quindi azioni efficaci in termini di fruibilità e di accesso. “Catanzaro ha tanti musei però la rete degli stessi fatica ad essere costruita perché sono di proprietà diversa, hanno linee strategiche diverse” dichiarano gli intervistati.
La proposta avanzata nel testo: “Potrebbe essere necessario che l’Amministrazione comunale attivi un processo che porti a costruire una cultura condivisa della co-programmazione e della co-progettazione sia tra funzionari pubblici sia tra operatori in modo da favorire la nascita di reti e da contribuire alla formazione dei quadri del Terzo Settore in ambito culturale e sociale. Le nuove opportunità della fruizione culturale passano dalla valorizzazione dei presidi culturali immaginandoli non più come luoghi inerti della cultura ma spazi di produzione e promozione di attività culturali, artistiche e ricreative”.
Altro dato degno di nota è relativo all’interrogativo delle politiche culturali su come mettere a valore le strutture esistenti: spesso è richiesta la capacità di sostenere la gestione di spazi oltremodo onerosi. Si riqualifica un bene che poi il Terzo Settore non ha le risorse per poterlo gestire.
Si arriva, dunque, alla conclusione che a Catanzaro sussistono tutte le premesse per intercettare un turismo di qualità, orientato a scoprire le bellezze naturali e artistiche, e trainato da una comunità che si fa accogliente. In maniera chiara e precisa i curatori del report indicano in maniera chiara gli aspetti chiave che accompagnano le prospettive di rilancio culturale della città ossia creare rete, prendersi cura della città e offrire servizi di qualità.
Rosita Mercatante per Area Teatro - Catanzaro Centro