Un fine e delicato umorismo che racconta una storia attuale, pur appartenendo al passato. In “Tre uomini e una culla”, la cui prima replica calabrese è andata in scena ieri sera al Teatro Comunale di Catanzaro, i tre protagonisti Giorgio Lupano, Gabriele Pignotta e Attilio Fontana sono riusciti nell’intento di far sorridere e riflettere su un tema di grande attualità: il ruolo genitoriale e i nuovi modelli di famiglia. L’evento, organizzato da AMA Calabria, è realizzato con risorse PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’Avviso “per finanziamento di Progetti Speciali per il Teatro emanato dalla Regione Calabria -Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura”.
L’adattamento teatrale della storia scritta da Coline Serreau, diventata un film di successo mondiale nel 1985, è apparentemente semplice ma non priva di spunti degni di riflessione; una vicenda che narra di tre scapoli impenitenti che vivono la loro quotidianità tra lavoro e una vita dissennata fatta di feste e spensieratezza. Il destino, però, ha in serbo per loro una novità che li porterà a cambiare.
Quando improvvisamente si ritrovano a dover badare alla piccola Marie, lasciata dietro la porta del loro lussuoso appartamento parigino, i tre futuri papà “improvvisati”, Jacques (Attilio Fontana), Pierre (Giorgio Lupano) e Michel (Gabriele Pignotta), si ritrovano a dover fronteggiare problemi fino ad allora sconosciuti. Quella piccola bimba di pochi mesi, inizialmente accolta con una malcelata ritrosia, riesce a entrare prepotentemente nelle loro vite, conquistandoli con i suoi teneri sorrisi. Ad affidare Marie alle loro cure è stata Sylvia (Malvina Ruggiano) che si è trasferita per lavoro negli Stati Uniti.
Il primo momento di smarrimento nel tempo si trasforma in un grande amore, che gli farà dimenticare la loro vita spensierata. Grazie a quella creatura indifesa riescono ad abbandonare il mondo dell’infanzia, assumendo le responsabilità che fino ad allora avevano rifiutato. L’amore per la neonata è apparso in tutta la sua evidenza quando di ritorno dagli States, Sylvia si presentata per riprendere Marie. Da quel momento un travolgente susseguirsi di vicende portano a un finale che suscita inevitabili sorrisi.
La regia dello stesso Gabriele Pignotta cattura per i dialoghi serrati e il ritmo vivace che non conosce momenti di stanchezza, merito di uno stile che strizza l’occhio al cinema. Non una pedissequa rivisitazione del testo originale, ma un modo di inserire spunti personali, accentuando i momenti di ilarità e al contempo pieni di tenerezza. Il merito di Pignotta è quello di aver mantenuto spumeggianti tutti i momenti della storia, catturando l’attenzione costante del pubblico.
Il segreto del successo di “Tre uomini e una culla” è la prova di Giorgio Lupano, Gabriele Pignotta e Attilio Fontana, che hanno messo in mostra con attenzione l’evoluzione dei personaggi da loro interpretati, tutti coadiuvati dalla poliedricità di Fabio Avaro, nelle vesti del commissario Paul e il corriere della droga albanese, Malvina Ruggiano, che interpreta Sylvia, mamma della bambina, una delle poliziotte e la farmacista, e Carlotta Rondana che, oltre a impersonare l’altra poliziotta, è la portinaia.
L’affiatamento di tutti gli attori è fondamentale per il rispetto dei tempi di una commedia che diverte senza mai scendere nel banale e nel volgare. Sicuramente una chiave di lettura, quella del regista, che rende ancora oggi “Tre uomini e una culla” un’opera divertente, il cui tema negli anni Ottanta era di rottura, tanto da essere contestato dai movimenti femministi.
Di grande effetto l’inserimento di una vera e propria colonna sonora composta da alcune hit degli anni ’80, periodo in cui è ambientata la storia. “C’est la ouate” di Caroline Loeb, a “The final countdown” degli Europe, “Amoureux solitaires” di Lio, “Reggae night” di Jimmy Cliff, “Girl just want have to fun” di Cindy Lauper, “Reality” di Richard Sanderson, hanno sottolineato i diversi momenti della storia.
L’imponente scenografia di Matteo Soltanto è riuscita a creare le diverse ambientazioni situate all’esterno della casa. In quell’angolo, che cambiava aspetto a seconda delle ambientazioni, si sono svolte alcune delle scene più esilaranti. Molto divertente quella in cui Lupano e Pignotta si confrontano con una “esigente” farmacista”.
Le vicende narrate e i continui divertenti colpi di scena hanno molto divertito il pubblico che, a più riprese non ha mancato di far sentire il proprio calore agli attori, salutandoli con un lungo applauso, dopo aver cantato insieme agli attori una ninna nanna a Marie.