Anche Catanzaro avrà la sua “lunga notte delle Chiese” grazie all’adesione da parte della Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace all’ottava edizione dell’iniziativa nazionale, definita come la prima notte bianca dei luoghi di culto in cui si fondono musica, arte, cultura, in chiave di riflessione e spiritualità. Un evento organizzato dall’associazione BellunoLaNotte.com con la collaborazione delle Diocesi partecipanti. L’idea nasce nel 2016 dal progetto già attuato e di successo della “Lange Nacht der Kirchen” che si svolge in Austria e in Alto Adige già da parecchi anni, coinvolgendo centinaia di chiese contemporaneamente.
Sui Tre Colli per l’intera giornata di venerdì 9 giugno (dalle ore 9.00 alle 23.00) a spalancare le porte ai visitatori sarà la Rettoria del Monte dei Morti e della Misericordia in via Educandato, pieno centro cittadino, con la mostra degli arredi sacri e liturgici. Alle ore 19:00 è inoltre in programma un momento di riflessione con la presentazione inedita del libro di Don Pino Silvestri dal titolo “Se tu conoscessi il dono di Dio”.
Per l’occasione saranno esposti busti reliquiari, damaschi in filato colorato, dalmatiche, piviali, veli omerali, stoffe in seta del Seicento, paramenti, pezzi di argenteria dell’Ottocento.
Un evento ecumenico, un’occasione per tutti, religiosi e non, di partecipare ad un evento suggestivo ed eccezionale, di grande coinvolgimento, che permetterà di visitare un luogo sacro, tra i più antichi e iconici della città, in una veste sicuramente originale.
L’evento è gratuito e a ingresso libero, aperto a tutti.
L’obiettivo dell’iniziativa è di coinvolgere la Chiesa nella vita sociale della città stimolando la curiosità per la conoscenza dell’arte sacra.
𝐂𝐞𝐧𝐧𝐢 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐢 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐞𝐝𝐢𝐟𝐢𝐜𝐢𝐨
Il nome della Chiesa deriva sia dalla piccola elevazione su cui sorge sia dal fatto che sul posto c’era un monte di pietà i cui risparmi servivano per i funerali dei poveri.
La costruzione, la cui pianta interna è a croce greca, fu iniziata il 29 aprile del 1712; il portale, opera di scalpellini roglianesi, fu completato nel 1728, anno riportato anche sulla stessa facciata sopra il finestrone. Tutta la Chiesa fu ultimata il 25 maggio del 1739 con la benedizione dell’allora Vescovo M. Ottavio del Pozzo; danneggiata dal terremoto del 1744, il peso della struttura fu alleggerito eliminando dal cornicione le pietre intagliate.
Successivamente fu progettata e realizzata da mastro Diego Jerevogi da Taranto la scalinata i cui lavori iniziarono l’8 giugno 1759.
Nel 1769 fu costruita la cupola e nel 1893 l’Amministrazione comunale decise, per ragioni di pubblica utilità, di restringere la monumentale scalinata riportandola alle dimensioni attuali nel 1903, anno del completamento dei lavori.
Dal 1885 la chiesa fu affidata al Padri Cappuccini e attualmente è ritornata alla gestione dell’Arcidiocesi.
Il tempio ha un bel portale tardo barocco, sormontato da una nicchia contenente la statua della Madonna e da un finestrone sopra il quale è collocato un teschio. Sul frontone fu posta l’iscrizione: “Santa Maria, Mater Misericordiae, erga animas defunctorum” (Santa Maria, madre di misericordia, verso le anime dei defunti).
𝐋𝐞 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐞
Sopra l’ingresso, un’interessante tela del Seicento, di notevoli dimensioni con la “Madonna, i Santi Francesco d’Assisi e Felice e l’Arcangelo Gabriele”.
Nell’altare maggiore, in stile barocco, il quadro del Seicento della “Madonna della Porziuncola”, dipinto ad olio su tela del 1642 di Giovanni del Prete.
Sopra, un finestrone con vetri colorati riproducenti la croce stilizzata dei Francescani; interessanti ai lati dell’altare le cantorie in tufo e legno dipinto; sotto il presbitero, a destra, il pulpito in noce del 1753 intagliato a mano. Nel transetto destro, l’Altare della Madonna, alla sua sinistra una nicchia con la statua di Gesù.
Nel transetto sinistro, l’Altare di Sant’Antonio e a destra la statua della “Madonna con San Francesco”.
Ai lati della porta due ovali del Settecento: “San Francesco Saverio che battezza un uomo di colore” e “Sant’Ignazio che scrive le regole”, una cornice in legno e oro del Settecento con crocefisso in cartapesta del Seicento, un mosaico e un graffito di Padre Ugolini di Belluno.
La cupola a stucco, è sormontata dal dipinto che raffigura “San Filippo Neri nella gloria” ed ai lati quattro grandi tele del 1796 del pittore catanzarese Spadea, che rappresentano i quattro evangelisti.
In esposizione, pezzi di damasco in seta catanzarese della fine del Seicento.