La guerra vista attraverso la penna di scrittori e poeti che in trincea ci andarono per davvero. È questa l’idea alla base del libro “I poeti soldato” - Titani Editori -, il nuovo progetto dell’Associazione Culturale Calabria in Armi presentato giovedì mattina al Comando Militare Esercito Calabria.
Con il colonnello Giovanbattista Frisone a fare gli onori di casa, e i saluti conclusivi dell’assessore Donatella Monteverdi, l’incontro è stato condotto dal generale Pasquale Martinello, presidente di Calabria in Armi: «Abbiamo preso 14 poeti e abbiamo deciso di focalizzarci sul loro primo periodo, quello relativo alla vita militare – ha spiegato Martinello -. A partire dal più importante, senza timore di smentita, Dante Alighieri». Il padre dalla Divina Commedia era infatti un «guelfo, un cavaliere armato, un soldato a cavallo», ha aggiunto indicando la copertina del libro che lo raffigura, realizzata da Maria Tarantino.
Il generale Martinello ha poi fatto una carrellata sugli altri illustri autori contenuti tra le pagine de “I poeti soldato”: oltre a Dante c’è il garibaldino catanzarese Domenico Milelli, ci sono Giuseppe Ungaretti, Ernest Hemingway, Leonida Rèpaci, don Giovanni Brevi, Primo Levi, Salvatore Quasimodo, Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Aldo Palazzeschi, Edmondo De Amicis, Gabriele D’Annunzio e Corrado Alvaro.
«È una pubblicazione sicuramente importante vista la mole dei personaggi – ha detto ancora Martinello riferito agli autori “ospiti” del volume -, ma anche perché realizzato con il coinvolgimento di giovanissimi e non solo per Calabria in Armi». Per mettere insieme 14 autori appartenenti a periodi così diversi e dagli stili talmente differenti, l’associazione ha infatti scelto di affidare ognuno di loro ad altrettanti “padrini”, relatori delle biografie e delle critiche letterarie di ciascuno: oltre a Vitaliano Quattromani che ha scritto la prefazione, al testo hanno lavorato Nazzareno Lo Riggio, Tonino Angeletti , Francesca Rizzari, Loredana Cannistrà, Nando Castagna, Teresita Rechichi, Maria Santoro, Michele Barile, Salvatore Scalise, Mirko Chianesi, Chiara Nisticò, Michele Vista, Antonio Comito, Luca Nania.
Come è stato spiegato nel corso della presentazione – alla presenza di Riccardo Colao, per la Titani - i testi scelti e inseriti nel volume non solo raccontano la guerra vista attraverso gli occhi sensibili di questi fini autori, ma spiegano anche l’approccio diverso che ognuno di loro aveva rispetto al proprio ruolo: molti erano costretti, molti altri partivano addirittura volontari, «Gadda andò in guerra – è stato un esempio riportato da Salvatore Scalise, tra gli autori -, perché era convinto che servisse anche a lui per migliorarsi. Chi era stato obbligato ad andare al fronte non scriveva di ciò che gli capitava intorno; Alvaro ad esempio preferì descrivere in maniera perfetta i soldati contadini, sradicati dai loro aratri, per andare a sposare la vita di trincea, fatta, anch’essa, di fango e di sudore».
Un altro coautore, Nando Castagna ha poi fatto un riferimento particolare a D’Annunzio e alla sua testimonianza alla decimazione della Brigata Catanzaro: «L’episodio lo lasciò particolarmente scosso – ha raccontato -, poiché soldati e contadini vennero trucidati per qualcosa che ritenevano giusto».
(Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)