Protagonista l’Amore. “L’amor che move il sole e l’altre stelle” come scriveva Dante. L’Amore che illumina ogni cosa, motore di tutte le cose, che muove ogni desiderio e volontà. L’Amore che da qualche mese si respira in un Paradiso illuminato dai colori giallo e rosso, che fanno capolino da ogni angolo della città annunciando una sorta di magica primavera di rinascita. Un Amore sopito per lungo tempo, ma che mai era svanito. L’Amore che la fotografa Romana Monteverde ha immortalato nei suoi scatti osservando, con gli occhi del cuore, le imprese dell’US Catanzaro e l’affascinante fenomeno del tifo. Ogni domenica, a bordo campo con l’obiettivo puntato sul rettangolo di gioco e sugli spalti dello Stadio “Nicola Ceravolo”. Ogni domenica da tredici anni, per lavoro e per passione, raccogliendo e facendo fruttare l’eredità del nonno e del papà, entrambi fotografi per professione e tifosi delle Aquile per provenienza e per scelta.
L’Amore con cui ha deciso di condividere con la città un centinaio di istantanee che raccontano l’ultima entusiasmante stagione agonistica della squadra giallorossa. Quella dei record in quanto a numeri e ad emozioni. Quella che lo scorso 19 marzo, sul neutro dell’Arechi di Salerno, ha ottenuto l’agognata promozione in Serie B, mandando letteralmente in visibilio i suoi numerosi e appassionati supporters. Rinvigorendo la fiamma dell’entusiasmo di un’intera comunità.
Così la carrellata di immagini firmate da Romana Monteverde, esposte per due giorni nei saloni della Casa delle Culture della Provincia, diventa un viaggio nel groviglio dell’emotività collettiva: c’è gioia, stupore, condivisione, identità, appartenenza, rivalsa. Tutto riassunto nel legame viscerale tra la città e la sua squadra di calcio.
“Questo progetto è un omaggio alla mia città. L’obiettivo è diffondere e promuovere l’immagine sportiva ed emozionale di Catanzaro attraverso le gesta della sua squadra di calcio e della sua tifoseria. Ho ritenuto doveroso celebrare un traguardo così importante come la promozione in serie B, conquistata con merito, dopo vent’anni, da un gruppo che ha dimostrato, fin dall’inizio della stagione, di crederci” spiega la giovane e intraprendente Romana.
Da 618 messi in memoria non è stato semplice selezionare le immagini da portare in mostra. La scelta è poi ricaduta su 20 immagini stampate su pannelli grandi e 80 in formato più piccolo. Il "fil rouge” è il senso di appartenenza ai colori giallorossi.
I protagonisti: ad essere ritratti non sono solamente i giocatori e i dirigenti. Il messaggio che arriva dal foto-racconto di Romana Monteverde è chiaro: gli artefici di questa straordinaria impresa sportiva sono anche, e soprattutto, i tifosi. Il pubblico è predominante. Tutto parte dal pubblico, dal suo entusiasmo, dalla sua irrazionale passione. C’è grande dinamicità nelle mani alzate al cielo, negli striscioni esposti, negli sguardi vibranti: è uno scambio di emozioni e sogni.
Il primo scatto che apre il mini-tour ritrae il bomber Pietro Iemmello che si abbandona alla carezza di un tifoso nella gara dei Play Off a Monopoli della stagione precedente terminata con il sogno della serie B sfumato all’ultimo minuto della semifinale di ritorno. All’Euganeo, con il supporto di oltre 1.200 tifosi giallorossi, la prestazione autorevole della squadra di Vivarini non era infatti bastata. A vincere erano stati i padroni di casa di Padova per 2-1 conquistando la finale per la promozione in Serie B.
Dall’amarezza per la delusione incassata alla gioia incontenibile vissuta a Salerno al termine del match contro Pescara nella 34a giornata di campionato per aver staccato il pass per l’ingresso in Serie B.
Romana coglie, con originalità, i momenti di euforia in svariati episodi ed espressioni: l’esultanza del portiere che spacca il cartellone pubblicitario a bordo campo. Il momento clou in cui la Coppa viene alzata al cielo dal capitano Martinelli insieme alla squadra e ai tifosi della curva.
L’abbraccio tra padre e figlio, il Presidente del Catanzaro, Floriano Noto e il suo vice, Leoluca Noto a richiamare in maniera emblematica la continuità di valori e sentimenti per il calcio cittadino.
Così Pietro Iemmello con la figlia sulle spalle e il megafono degli Ultras in mano ad intonare cori con le migliaia di voci che animano il Ceravolo in un clima di festa. Mario Šitum con suo figlio in braccio in occasione della prima partita giocata dopo la rimozione delle vetrate della tribuna coperta del Ceravolo. Il giocatore si era potuto avvicinare al bambino direttamente dal campo, cosa che fino a quel momento non era mai stata possibile. La prima volta senza barriere frappose tra gli spettatori e la squadra. Il balletto di Ghion con i tifosi. Un rito che dallo spogliatoio si è spostato sotto la curva.
È evidente che la fotografia di Romana Monteverde non si concentra esclusivamente su ciò che accade nel rettangolo verde. “Mi piacerebbe assistere alla partita dalla curva ma per forza di cose non ci posso andare quindi cerco di vivere l’esperienza di essere allo stadio dal mio punto di vista. Mi porto a casa una ventina di foto di azioni di gioco perché mi servono per il giornale però per me la partita è tutto il resto. Quando i miei colleghi sono concentrati sul goal, io preferisco rivolgere lo sguardo verso il pubblico per cogliere la reazione di chi popola gli spalti”.
Nel percorso trova spazio l’immagine del pianto liberatorio di Luca Martinelli, e del bacio di Pietro Cianci al suo compagno di squadra. E ancora il racconto prosegue con l’omaggio a due giovani ultras scomparsi. Il primo abbraccio dell’intera squadra sotto la curva quando si era capito che sarebbe stata un’annata magica. La prima volta in cui la squadra si schiera tutta insieme di fronte ai tifosi. Espressione di unione di intenti e di condivisione. Come lo è anche il rito del lancio delle maglie a fine gara per omaggiare il pubblico.
E in questa mostra si è potuto rivivere anche la promozione della squadra di Braglia nel 2004 con alcuni scatti tratti dall’archivio dello Studio Monteverde che ormai hanno fatto la storia. Come quello che ritrae l’attuale Presidente Noto in tribuna da tifoso o gli storici giornalisti in postazione di lavoro.
All'interno dell'esposizione fotografica è stato possibile ammirare le maglie e cimeli storici messi a disposizione dal Museo del Catanzaro Calcio, grazie al contributo di Luca Feroleto e Roberto Vasapollo. A Catanzaro per l'occasione anche il creator digitale, Manuel Molazza, giovane romano che ha dedicato al capitano della squadra Luca Martinelli un suo disegno, partendo proprio da una delle fotografie scattate durante la festa della promozione in Serie B. Il capitano giallorosso prende in braccio il suo cagnolino e lo abbraccia con affetto paterno.
“Le mie illustrazioni non sono mai dei ritratti. Ci metto sempre la mia impronta e il mio stile. Anche nel riprodurre questa immagine ho dato una mia interpretazione mettendo in risalto i due soggetti centrali e la bambina con la bandierina in mano. Questi sono gli unici elementi a colori, mentre tutto il resto è in bianco e nero. Lo sfondo ha i colori sociali della squadra e, infine, la frase Amor che vince ogni altro amore che esprime il sentimento che alimenta il legame con la squadra oltre che i protagonisti della foto”.
A curare i testi che corredano le immagini è stato Giuseppe Ranieri, docente e amico fraterno di Romana: “Le mie non sono classiche didascalie. Sono convinto del fatto che ci sono momenti in cui la discussione accademica deve lasciare il passo a quella emozionale. Si parla con la bocca, con il cervello ma anche con il cuore, come in questo caso. È un amore connaturato quello per il Catanzaro. Siamo nati con la passione di nostri nonni e dei nostri genitori.
Questa mostra che è un regalo alla città, un tributo ad una squadra che farà parlare di sé per anni. Dubito che nel breve tempo ce ne sarà un’altra in grado di superare i record di questo Catanzaro schiacciasassi. Questa straordinaria stagione ha confermato che la città vive in osmosi con la squadra e quando la squadra vince l’umore della città è alle stelle. Fa parte dell’identità di questa comunità. La promozione in Serie B può avere diversi risvolti positivi. Il calcio non è una scienza esatta, quindi, bisognerà restare ad osservare gli avvenimenti. Però vedere anche l’impatto mediatico che l’evento ha avuto, essere tornati agli onori della cronaca sportiva per i record raggiunti può fungere da volano per una riscossa cittadina e sociale. Dal punto di vista concreto bisognerà vedere cosa accadrà. Se le partite si svolgeranno in città saranno anche opportunità di indotto economico”.
La mostra è stata sponsorizzata da Gazzetta del Sud, Catanzaro Jazz Fest, LPS agenzia giornalistica per il Corriere dello Sport, Studio Fotografico Monteverde e Atlantide Cooperativa Culturale.
Se è vero che con le parole non sempre si possono descrivere le grandi emozioni, è altrettanto vero che le immagini possono molto di più.
(Rosita Mercatante per Area Teatro - Catanzaro Centro)