Ci sono pellicole in cui la musica supera l’immagine, quando con la sua potente semplicità una melodia ci restituisce il senso e l’atmosfera di una particolare ambientazione, descrivendo meglio delle parole lo stato d’animo dei personaggi che si muovono in questo spazio. Oltre a portare sul palco del Teatro Comunale, penultimo appuntamento della rassegna teatrale di AMA Calabria, le note, alcune poche conosciute, di una selezione tra le oltre cinquecento colonne sonore composte dal maestro Ennio Morricone, Stefano Di Battista ha anche raccontato, spiegando così il significato dell’album “Morricone Stories”, com’è nata la sua amicizia con il maestro e quanta poesia c’è dietro a quell’incontro.
“Hai il sax con te? Prendilo che ti scrivo un brano”. Così Morricone, durante una cena a cui Di Battista era stato invitato dal suo amico Stefano Reali, scusandosi anticipatamente per qualche errore che avrebbe potuto fare, ha composto su un foglio pentagrammato una dolcissima melodia che entra nell'album “Morricone Stories” e a cui Stefano Di Battista da il nome di sua figlia, “Flora”, dedicandola a tutte le persone straordinarie che, come lei, sono venute al mondo.
Accanto a Di Battista, che alterna alto & soprano sassofono, ci sono Andrea Rea al piano, Daniele Sorrentino al contrabbasso e Luigi del Prete alla batteria, tre musicisti napoletani, tutti con alle spalle una storia intrisa di amore per la musica, che sul palco del Comunale danno vita ad uno straordinario omaggio alla grandezza del maestro Ennio Morricone, proponendo una scaletta di dodici brani, temi tratti anche da film marginali come “Cosa avete fatto a Solange?”, “Per Sur la ville”, “La cosa buffa”, “Veruschka”, accanto a melodie immortali come “Deborah’s Theme” dal colosso “C’era una volta in America”, e ancora, “Metti una sera a cena”, “Apertura della caccia”, tratto da “1900”, e “Il grande silenzio”, note che scorrono cariche di sonorità jazz, tra assoli e ensemble di strumenti.
Per Di Battista, nato a Roma il 14 febbraio del ’69 da una famiglia di musicisti ed appassionati di musica, che inizia a studiare il sassofono all’età di 13 anni in una banda di un piccolo quartiere, quell’incontro con il maestro rappresenta il coronamento di un sogno lungo una vita, che arriva ad un punto di svolta nel 1994 con i due concerti al Sunset di Parigi da cui scaturisce l’amicizia e la partecipazione ad alcuni progetti con il batterista Aldo Romano e la presenza nell’Orchestra Nazionale del Jazz diretta da Cugny, tenendo successivamente concerti in trio con Daniel Humair, J.F. Jenny Clark, e con musicisti americani come Jimmy Cobb, Walter Brooker, Nat Adderly.
Prima dell’esecuzione di “Flora”, Di Battista si ferma, fa accendere le luci in sala per guardare il pubblico, finalmente ritrovato dopo gli anni difficili della pandemia, e interagisce con le persone facendo ironia sul fatto che alcuni dei film siano veramente poco conosciuti, ma rimangono delle preziose ricercatezze sempre cariche di quella magia che solo il maestro Morricone sapeva creare, spesso attingendo ad un numero esiguo di note come in “Deborah’s Theme”. Dopo “La donna della domenica” e “Gabriel’s Oboe” da “The Mission”, la melodia de “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” regala forti emozioni e il pubblico può godere di uno straordinario assolo di Di Battista che scende in platea e avvicina il sax all’orecchio della gente.
(Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)