“Mi manca la mia vita, il pallone da inseguire […]. La partita è appena iniziata e noi non vogliamo solo giocarla, ma vogliamo vincerla, vero pà?”. E’ Denis Bergamini che si rivolge a suo padre, così ci racconta la sua storia, attraverso la sua viva voce che chiede verità, per se stesso e per la sua famiglia. A far parlare il calciatore romagnolo, acquistato dalla società calcistica del Cosenza negli anni ’80, morto improvvisamente il 18 novembre 1989 all’età di 27 anni per cause ancora da accertare, è Francesco Ceniti, giornalista sportivo e scrittore, autore del libro “Nel nome di Denis. La storia vera di Bergamini, il calciatore ucciso due volte”, edito da Cairo nel 2022.
Ceniti, protagonista di altri successi editoriali come “In nome di Marco” che affronta il caso del ciclista Marco Pantani, è stato ospite dell’incontro dal titolo “Lo sport oltre i confini”, organizzato da Roberto Talarico in collaborazione con il Comune di Catanzaro nella Sala della Musica di Palazzo De Nobili, a cui hanno preso parte, insieme all’autore, moderati dal giornalista Antonio Argentieri Piuma, i primi cittadini di Catanzaro e Cosenza, Nicola Fiorita e Franz Caruso, il tecnico dell’U.S. Catanzaro, Vincenzo Vivarini, Gigi De Rosa, compagno di squadra di Denis Bergamini, e il regista del film “Il caso Pantani”, Domenico Ciolfi, che sta lavorando ad una nuova pellicola ispirata al romanzo di Francesco Ceniti. Il contributo video dell’insegnante e attivista Claudio Dionesalvi ha messo in risalto la situazione generale in cui versa il sistema giudiziario italiano, ancora troppo carico di lacune e di ombre, e la forza di una famiglia che ha sfidato tutto e tutti per raggiungere la verità.
Dopo il saluto, in collegamento Skype, di Gianluca Di Marzio, figlio dello storico dirigente sportivo e allenatore di Napoli, Catanzaro e Catania in Serie A, che arrivò sulla panchina del Cosenza Calcio nella stagione 1987-1988, negli anni di militanza con la maglia rossoblù di Denis Bergamini, la parola è passata al sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita che ha messo in risalto l’importanza di raccontare storie per ricercare verità e giustizia. La stretta di mano tra Fiorita e Caruso ha voluto suggellare lo spirito di un’iniziativa che fa di Denis una bandiera in grado di far superare allo sport i confini degli stretti recinti territoriali. “Lo sport deve unire ed è utile e importante perché educa al rispetto delle regole, di cui abbiamo bisogno per rafforzare la nostra democrazia”, ha detto Franz Caruso, che è stato avvocato di parte civile della famiglia Bergamini seguendo i primi passi della loro battaglia.
In prima linea, la sorella di Denis, Donata, insieme al padre Domizio, scomparso nel 2020, che hanno chiesto e ottenuto la riapertura del fascicolo non rassegnandosi ad accettare la versione dei fatti che vedrebbe Denis togliersi la vita scendendo dall'auto su cui era a bordo con la sua ex ragazza e facendosi travolgere da un camion sulla statale 106, all’altezza di Roseto Capo Spulico. Dopo trentaquattro anni, la famiglia è oggi in attesa di una sentenza della Corte d’Assise di Cosenza, che dovrebbe arrivare dopo l’estate, che forse riuscirà a fare chiarezza sulle reali cause della morte anche alla luce delle perizie medico legali con la proteina usata anche per il caso Regeni, applicata sulle ferite vitali farebbe emergere una causa del decesso diversa da quella dell'incidente stradale.
Facendo parlare Denis e raccontando la battaglia di Domizio e di Donata Bergamini, Francesco Ceniti, con l'abilità del cronista si sofferma sulle ombre di questo caso giudiziario a cui è stata data una forte spinta mediatica grazie all’iniziativa della fiaccolata organizzata dagli ultras del Cosenza nel 2009, che ha puntato nuovamente i riflettori sul caso. “La storia di Denis mi ha colpito come quella degli eroi che pensiamo non possano morire mai. Ho voluto raccontarla per consegnare un messaggio alle nuove generazioni e per dare dignità ad una famiglia che ha attraversato il deserto da sola, ma non ha mai voluto accettare una certa verità processuale. Giustizia per Denis sarebbe il finale perfetto, ma su questo purtroppo io non posso farci niente”.
(Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)