Cosa ci fanno una mamma calabrese, cuoca d’eccellenza, su un palco insieme al figlio performer e a una giovanissima musicista? L’insolita formazione è la base di partenza per la “versione” catanzarese de “La voce del corpo”, lo spettacolo di Luca Vullo, andato in scena sabato sera al Teatro Comunale. Ideato dall’attore calabro-siculo, “La voce del corpo” è il frutto di uno studio approfondito sulla gestualità tipica italiana, per cui da sempre siamo in qualche modo presi in giro dal resto del mondo. L’operazione di Vullo, tra ironia e risate non tanto scontate, è proprio quella di rivalutare questo aspetto e ricondurlo a una “nobile” tradizione che, come altre, ci rende unici in questo modo di rapportarci gli uni con gli altri. Da anni Luca Vullo si è dedicato proprio allo studio di questo che è un vero e proprio linguaggio, che si porta con sé, manco a dirlo dietro ogni gesto, tutto un mondo di cultura e società, andando oltre la superficialità con cui la nostra eccessiva gestualità viene considerata all’estero, anche dagli stessi italiani.
Documentari, trasmissioni televisive, libri e il nodo centrale di uno spettacolo interamente dedicato a questo, con l’aiuto della sua super mamma, Angela Gabriele che è di Gimigliano: Vullo, anche sul palco del Comunale ha parlato di intelligenza emotiva e di come la madre sia stata e sia centrale nel riconoscimento delle emozioni e nel saperle trasmettere, definendola proprio il suo “guru in intelligenza emotiva”.
“La voce del corpo” è infatti un momento di apprendimento, oltre che di spettacolo: conoscere la comunicazione non verbale e capire quanto siano importanti le emozioni, comprenderle e comunicarle, è uno stimolo scaturito dalla performance. Non è un caso, infatti, se l’appuntamento al Teatro Comunale è stato realizzato con la collaborazione dell’Istituto penale cittadino per i minorenni, i cui ragazzi hanno potuto assistere allo spettacolo: partendo dai valori della famiglia, arrivando all’importanza di seguire i propri sogni, sul palco Vullo si muove con tratti autobiografici – si porta la mamma in scena! - per affrontare qualcosa di universalmente condivisibile, e puntellare nodi cardine che facciano da riferimento e da punti fermi anche e soprattutto nei momenti di avversità. E se si pensa che questo parte da quello che è un vero e proprio slang, con tutto il carico anche di contaminazioni vissute dal nostro Paese, sembra, a vederlo sul palco, una magia per quanto ovvia, sotto gli occhi di tutti.
Ad accompagnare Luca Vullo e Angela Gabriele e condividere con loro il palco del Comunale c’era anche la musicista Chiara Troiano che ha eseguito alla tastiera le sue musiche dal vivo, rigorosamente improvvisate.
(Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)