Tra i simboli della città di Catanzaro vi è senza dubbio il piatto tipico, identitario: l’illustrissimo morzello.
Una specialità dalla spiccata personalità, un piatto povero e popolare; forte, concreto e piccante...
Eppure di tutte le storie e gli aneddoti disponibili sul morzello quello che ci piace di più è il seguente, per il suo soffermarsi sull’elemento intangibile ed ammaliante: il profumo!
“Il profumo si spande nel vicolo suscitando bramosie e desideri e catturando i passanti così come il canto delle sirene catturava gli incauti naviganti.
Le vecchie balie raccontavano che un giorno un povero morto di fame, la cui ricchezza era costituita solo da una moneta di bronzo e da un pezzo di pane nero, passando dinanzi a una tijana fumante si sentì illanguidire per la fame e allora si accostò alla porta della puticheddha, cavò dalla bisaccia il suo prezioso pezzo di pane e cominciò a mangiarselo con gusto. Ma l'oste, avido e impietoso, si avvicinò e gli disse: Tu stai mangiando l'odore del mio morzeddhu, pagami! Al che il derelitto prese dalla tasca la sua unica moneta, la fece tintinnare battendola a terra, la rimise in tasca e disse: Ho mangiato l'odore, ti pago col suono!".
(Nell'immagine una vignetta tratta dal Diario scolastico Catà&Zaro disegnata da Andrea Zito)