Alla fine la domanda rimane. Ma chi è Manola? Dovrebbe essere una maga, una sorta di fattucchiera circense alla quale Ortensia e Anemone, le sorelle Novecento, si rivolgono quasi come fosse loro confessore, ma in realtà non è ben chiaro. E’ attraverso i loro racconti a lei – che dà pure il titolo all’opera qui diretta da Leo Muscato -, che conosciamo la storia delle due, andata in scena giovedì sera al Teatro Comunale per la stagione di AMA Calabria. Scritto da Margaret Mazzantini come romanzo e poi trasformato per le scene – la stessa acclamata scrittrice ne è stata a lungo tra le interpreti - lo spettacolo ha potuto contare sue due attrici di prim’ordine, nonché di richiamo per il numeroso pubblico (la sala era al completo), Nancy Brilli e Chiara Noschese. La prima nella parte della spumeggiante e goduriosa Anemone, la seconda in quella della sfigata Ortensia.
Brilli e Noschese hanno divertito il pubblico dalla loro camera di albergo – scene di Federica Parolini -, con uno spettacolo interamente basato sui due loro personaggi. A dividere il palco con loro, solo un orsacchiotto di peluche gigante: è stato il loro interlocutore per tutta la serata, oltre a Manola, ovviamente. L’orsacchiotto era ora uno degli anziani con cui Ortensia faceva volontariato, poi era Poldo il suo fidanzato che in realtà le preferisce Anemone. Le due gemelle – nate a distanza di pochi minuti l’una dall’altra -, raccontano le loro vite a partire dall’infanzia, quando Ortensia manifestava fin da subito tutte le sue particolarità: allergica a tutto, affetta da irsutismo, idealista fino a ben oltre l’adolescenza, la più “piccola” delle sorelle Novecento non poteva che entrare in conflitto con la sorella “maggiore”, già in tenera età, sempre allegra e incline al divertimento. Le cose si complicano con il passare degli anni: ai giocattoli ricevuti per Natale, che puntualmente venivano invertiti, subentrano i rapporti umani. Su tutti quello di Poldo, essere disgustoso per quanto finto intellettuale: amante di entrambe, sposo di Anemone, le userà entrambe a suo piacimento, fino a portarle a un capovolgimento dei ruoli. Se “Manola” comincia con una Anemone-Brilli al centro della ribalta, amata e ben voluta da tutti, sul finale è Ortensia-Noschese ad ottenere il successo con un riscatto totale della sua figura.
Alla fine, dopo ogni vicissitudine, le due si ritrovano da sole a far pace l’una con l’altra: del resto è l’unica cosa di cui sono veramente padrone, il loro essere sorelle e compagne di viaggio. Applausi senza sosta per le due, il pubblico è rimasto piacevolmente colpito.
(Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)