Tutto esaurito sabato sera al Teatro Comunale per “Testimone d’accusa”, appuntamento della programmazione proposta da AMA Calabria anche a Catanzaro. 

Il dramma giudiziario di Agatha Christie, considerato eccellenza del genere, ha richiamato un nutrito pubblico che ha riempito festosamente la sala: a dare un forte contributo al sold out è stato sicuramente anche il nome di Vanessa Gravina, tra i protagonisti in scena nella parte di Romaine. Eppure tutto il cast ha dimostrato un certo livello di interpretazione, anche il giovane Giulio Corso che sul palco era Leonard Vole. Con l’attenta regia di Geppy Gleijeses che da sempre si confronta con quelli che sono i grandi classici del ‘900, lo spettacolo ha saputo ben riportare sul palcoscenico la tensione e i continui colpi di scena del capolavoro della signora del giallo. La versione italiana, tradotta da Eduardo Erba, deve infatti fare i conti con i suoi notevoli precedenti: nato come racconto, “Testimone d’accusa” è stato adattato per il teatro dalla stessa Agatha Christie che pure aveva apprezzato pubblicamente la trasposizione cinematografica successiva a firma di Billy Wilder con protagonisti attori del calibro di Charles Laughton, Marlene Dietrich, Tyrone Power. Sciocco pensare a un confronto, ma c’è da dire che la produzione Gitiesse artisti riuniti e Teatro stabile del Veneto si è “difesa” più che bene. 

Nelle recite andate in scena per Ama Calabria – una è stata anche a Lamezia Terme -, Testimone d’accusa ha dovuto fare a meno della partecipazione straordinaria di Giorgio Ferrara, sostituito da un sempre bravo Paolo Triestino nel ruolo di Sir Wilfrid: una presenza granitica la sua su cui l’intero spettacolo ha potuto fare affidamento, una certezza. 

Imponente la scenografia di Roberto Crea: agli ambienti intimi del salotto del Sir Wilfrid – con tanto di suggestivo caminetto -, si è alternata l’aula del tribunale del processo per omicidio di Vole. Molto bella la scelta di nascondere gli imponenti scranni e le tribune del palazzo di giustizia dietro il sipario, per rivelarli solo all’apertura del dibattito in tutta la loro gravità, di grande impatto. In linea con la maniacale precisione dello spettacolo i costumi di Chiara Donato, le luci di Luigi Ascione e le musiche di Matteo D’Amico, contributi perfetti nella creazione della suspense. 

In uno spettacolo dove nulla è stato lasciato al caso, anche la giuria popolare, sempre presente in scena fin dall’inizio del processo, come da prassi consolidata, è stata scelta tra lo stesso pubblico presente in teatro, poco prima che lo spettacolo cominciasse. Sei spettatori privilegiati, insomma, che hanno potuto godere della messinscena da un’angolazione decisamente insolita.

(Carmen Loiacono/Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)