Non accade così spesso di poter ascoltare dal vivo un Concerto di Ernest Chausson. Questo perché il compositore francese rientra in quella schiera di musicisti che seppure di indiscutibile levatura, è costretta a rimanere defilata rispetto ai più noti contemporanei del secondo Ottocento. Il tutto a discapito della raffinatezza e dello spessore compositivo che caratterizzarono il lavoro di Chausson e che, davvero, vale la pena di ascoltare e approfondire.
A Catanzaro è stato possibile assistere all’esecuzione di uno dei suoi lavori più riusciti grazie agli Amici della Musica di Catanzaro che, partner del circuito AMA Calabria, hanno organizzato l’ennesimo appuntamento all’insegna della grande musica: venerdì sera a Palazzo De Nobili è stato il turno del Quartetto Eos che insieme al violino di Davide Alogna Violinist e al pianoforte di Enrico Pace ha offerto al numeroso pubblico di ascoltatori il Concerto op.21 in re maggiore, un vero e proprio capolavoro del compositore francese allievo di Massenet e Franck.
Una scelta insolita che ha di certo catalizzato l’attenzione degli ascoltatori: emblematico della costante ricerca di Chausson, il Concerto op. 21 è organizzato in quattro tempi – décidé, sicilienne, grave, très animé – che vanno dallo struggente al sognato, passando per la parte più dolente, e finendo all’impetuoso finale che è anche un ritorno al motivo di apertura; in sintesi si tratta di un’opera complessa che richiede una certa complicità tra i solisti e una sicura solidità da parte del quartetto d’archi e che, nella Sala concerti cittadina, ha trovato una sua giusta esecuzione.
Del resto, l’essere davanti a musicisti di indubbio livello, è stato chiaro e confermato – qualora ce ne fosse bisogno – fin dal primo momento. Il concerto era infatti iniziato con una prima parte con protagonista il giovanissimo ensemble del conservatorio Santa Cecilia di Roma, il Quartetto Eo appunto, formato da Elia Chiesa e Giacomo Del Papa ai violini, Alessandro Aqui alla viola e Silvia Ancarani al violoncello, che ha aperto con il Quartetto n.32 di Haydn.
Per la seconda parte del concerto, quella che potremmo dire più corposa, dedicata a Chausson, si sono aggiunti le due “star” della serata, Alogna e Pace, entrambi già una certezza “sulla carta”, con alle spalle esibizioni soliste con celebri orchestre internazionali.
In chiusura, i musicisti hanno deciso di salutare il caloroso pubblico catanzarese riservando per il bis il secondo tempo del Concerto per violino, pianoforte e orchestra d’archi in re minore di Felix Mendelssohn Bartholdy.
(Carmen Loiacono/Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)