È stata questo e molto di più la seconda rassegna corale "Tota pulchra" organizzata dal Coro polifonico diocesano "In Domino" alla Basilica dell'Immacolata. Protagonisti della serata sono stati ben cinque cori: oltre al coro "di casa" diretto dal maestro padre Giovanni Aitollo (che ha eseguito l'Ave Maria di Arcadelt e "Madre fiducia nostra" di Frisina), c'erano la corale "S. Roberto Bellarmino" di Davoli Marina diretto dal maestro Maria Vittoria Corasaniti (che ha presentato "Sotto il tuo manto" di Frisina e l'Ave Maria di Caccini), il coro polifonico "Ss. Trinità" diretto dal maestro Giovanna Massara (con il Magnificat di Brigadoi e "O purissima colomba" della stessa Massara), il coro polifonico “Singing Cluster” diretto dal maestro Giulio De Carlo Composer (che ha eseguito "Iubilate Deo" dello stesso De Carlo e "Ecce Novum" di Gjeilo) e il coro polifonico “In Domino” di Cutro diretto dal maestro Bianca Sarcone (con l'Ave Maria di De Marzi e "O mia bella speranza" di Dei Liguori).
Insieme al programma fitto di esibizioni dei vari ensemble che si è concluso con la suggestiva esibizione a cori uniti del brano "Tota Pulchra" di Perosi, diretti dal maestro padre Aitollo, molto sentito è stato il momento della Catechesi mariana "Maria in canto e mistero" tenuta dall'arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace mons. Claudio Maniago.
"Il nostro incanto più grande è sempre vedere Dio all'opera - ha detto il presule rivolto ai numerosi presenti -. In Maria Dio ha fatto davvero grandi cose e questo ci incanta. Se Dio è così zelante, vuol dire davvero che c'è speranza e che siamo chiamati ad essere protagonisti del pezzo di storia che stiamo vivendo e che ha, così, un senso".
"Sono tre le parole su cui voglio concentrarmi - ha detto ancora Maniago, dopo aver letto il passo evangelico dell'Annunciazione -. La prima è silenzio: siamo di fronte a una delle pagine più importanti della rivoluzione di Dio nella storia, ma avviene nel silenzio. Diremmo oggi che è un evento che non ha fatto notizia. Ma non è il silenzio forse il canto più bello? È nel silenzio che Dio interviene e parla, è nel silenzio che l'uomo ritrova la verità su sé stesso. È per questo che a volte rifuggiamo il silenzio, perché ci fa paura e lo riempiamo di tante cose e ci facciamo abbagliare dal rumore del mondo".
"La seconda parola è grazia: l'amore di Dio è bello e puro e trasforma le nostre brutture - ha aggiunto -. Fin dal primo sorgere della vita di Maria, questo amore bello e purificante la preserva dal peccato originale, è la grazia di Dio. La grazia di Dio ci fa belli di quella bellezza e dignità dell'essere a sua immagine e somiglianza. La grazia ci è donata per ritrovare la bellezza nella nostra vita".
"La terza parola - ha affermato - è gioia: da questo vangelo traspare il tremore, ma anche la gioia per la lieta notizia, è la gioia di Maria e dal suo "eccomi", perché l'ha chiamata a vivere una vita nuova. È la gioia che si diffonde: non nasce dal possedere cose ma dall'essere liberati".