Alte e non deluse le aspettative per “Una ragazza come io” il monologo portato in scena, al Teatro Politeama, da Chiara Francini che si è cimentata in una spumeggiante performance, in parte autobiografica, che narra la storia di una consapevole parvenu.
Lo spettacolo inizia con la rappresentazione di una Francini che, ancora nell’utero della mamma, nuota gioiosa nel liquido amniotico, forse il primo ed unico luogo in cui nella vita si può essere davvero felici.
Ed è proprio da qui che inizia l’effervescente spettacolo dell’attrice e scrittrice toscana che, passando brevemente dall’infanzia, catapulta la platea nella sua adolescenza alla scoperta di un mondo a lei sconosciuto: il mondo dei ricchi!
Con intelligente umorismo, accompagnata dal musicista (e a tratti spalla) Francesco Leineri, rivive gli anni del liceo, gli anni dei ragazzi politicamente impegnati e delle compagne che vivono in case meravigliose.
Da qui la rabbia proletaria che la porta alla laurea prima e al successo poi, fino ad arrivare alla ricchezza, ma neanche la Francini, donna di grande talento ed intelligenza (sia nel personaggio interpretato, sia nella realtà), riesce a sfuggire alla dura legge dei poveri arricchiti, che son sì materialmente e socialmente benestanti, ma che nel loro intimo sono e sempre si sentiranno poveri.
E non è neanche questo l’unico spunto di riflessione al quale ci conduce la protagonista, che tra battute sagaci ed effetti speciali ci guida a riflessioni ancora più profonde: l’incoerenza del vivere odierno (eccellente il riferimento ai ricchi di sinistra che cercano di farsi perdonare per il loro benessere indossando giacche di velluto e pantaloni di fustagno) e l’amarezza delle tante donne che subìscono l’altrui maternità, mascherando la loro sofferenza fino a curarla che over dose di lavoro.
Singolare e tanto originale quanto naturale il cambio dei costumi di scena che avviene direttamente sul palcoscenico, senza neanche il tradizionale paravento.
Insomma, il terzultimo appuntamento della XIX edizione del
Festival D'Autunno si è confermato quale one women show frizzante, ironico e al tempo stesso profondo che ha fatto conoscere il turbamento di chi si sente fuori posto tra i ricchi e spaesata tra i poveri: una vera e propria parvenu e che ha consacrato
Chiara Francini a vera stella del palcoscenico, capace di tenere testa ai severi tempi teatrali, regalando al pubblico quasi due ore di allegra vita di periferia.