Quattordici opere di altrettanti artisti legati a vario titolo all’Accademia di Belle arti di Catanzaro che si intersecano con opere dello stesso patrimonio della filiale cittadina della Banca d’Italia insieme a quelle provenienti dal Museo Marca, nei locali dell'istituto bancario ripensati per l'occasione come spazi espositivi fruibili dal pubblico.
E’ "Generations in motion - L'Accademia si racconta", il nuovo progetto espositivo che ha inaugurato il suo primo atto, ma che in realtà porta con sé un'idea molto articolata, e sicuramente inedita, che riserverà non poche sorprese.
Ad essere esposte, in questa occasione e visitabili fino alla fine dell’anno, sono infatti alcune opere di proprietà del patrimonio dell'Accademia di belle arti di Catanzaro, donazioni dei suoi passati ed attuali direttori e docenti.
Fin dalla sua fondazione, nei primi anni ‘70, infatti l'Accademia ha da sempre voluto aprire il proprio patrimonio alla città, rendendola partecipe della sua realtà e oggi lo fa nuovamente, ma per la prima volta dal suo trasferimento all’ex Educandato con questa mostra, curata da
Lara Caccia e
Maria Saveria Ruga , ospitando opere risalenti ai primissimi anni dell'istituto (come quelle di Carmine Di Ruggiero e di Toni Ferro, ad esempio), ma anche dei tempi più recenti (come l'opera dell'attuale direttore Virgilio Piccari).
«Il patrimonio dell’Accademia dialoga con il territorio: ci sono artisti calabresi, ma anche non calabresi – spiega la curatrice Lara Caccia -. Queste opere offrono un certo pluralismo di linguaggi sia dal punto di vista tecnico che tematico: abbiamo deciso di esporre in questa prima fase lavori di docenti e direttori della stessa Accademia, successivamente daremo spazio anche ad altri artisti, agli allievi, alle nuove generazioni».
La scelta è stata «sicuramente cronologica, poiché spazia dagli anni ’70 fino ai nostri giorni, ma anche obbligata in base agli spazi disponibili all’interno della filiale, scelti rispettando le opere dal punto di vista conservatorio e senza disturbare la frequentazione del pubblico della Banca».
Generations in motion, come dicevamo però va oltre: « La Banca d’Italia con il direttore Sergio Magarelli ha sempre aperto le porte alla nostra Istituzione e ai suoi allievi – aggiunge l’altra curatrice dell’esposizione, Maria Saveria Ruga -. Ma ha anche dimostrato una particolare attenzione alla propria collezione storica, che è molto importante, e che può contare su “Il commercio di Calabria” di Andrea Cefaly, un’opera che già nel 1867 denunciava la precarietà postunitaria, ma anche su lavori di Mimmo Rotella e Gioacchino Lamanna, ad esempio, e poi all’interno della sala del Consiglio c’è questo dialogo tra i patrimonio della sede e le opere che provengono dall’Amministrazione provinciale, dal museo Marca, con una rotazione che mette in dialogo le istituzioni.
La Banca d’Italia, con il suo direttore Magarelli, si è quindi posta un po’ come baricentro di una rete di istituti culturali in Calabria».
Esposte nella sede della Banca d’Italia ci sono le opere di Caterina Arcuri, Francesco Correggia, Carmine Di Ruggiero, Lia Drei, Toni Ferro, Pietro Fortuna, Francesco Guerrieri, Bruno La Vergata, Alessandro Mendini,
Veronica Montanino, Giuseppe Negro, Carmelo Nicosia, Virgilio Piccari, Giuseppe Spatola.