Quando si parla di cori e dei loro concerti, si pensa molto spesso al Natale e a un preciso repertorio. Ecco, il Singing Cluster Choir va ben oltre quest’immaginario.
Lo ha dimostrato ampiamente mercoledì sera all’auditorium del Seminario Pio X, con l’esibizione dal titolo “Ecce Novum”.
La compagine diretta da Giulio De Carlo ha proposto infatti una serie di brani, alcuni davvero noti, rielaborati per coro polifonico, con voce solista Maria Grazia Cucinotta soprano e l’accompagnamento al pianoforte di Maurizio Rubera.
Il concerto, che si è svolto in una sala particolarmente gremita, si è aperto con il brano che dava il titolo alla serata, Ecce Novum appunto, di Ola Gjeilo, dando quindi spazio a un primo blocco con la celeberrima composizione tradizionale inglese “Greensleves”, passando per “Down the Sally Gardens” di Kelly e “A Gaelic blessing” di Rutter.
L’impronta anglosassone è proseguita anche nel secondo blocco con “Twinkle, twinkle little star” di Elder e “The Pasture” di Zandall Stroope, con una piccola incursione spagnola con “Esta tierra” di Javier Busto.
Per l’ultima sessione, il coro diretto da De Carlo ha proprio chiarito la sua volontà a “svecchiare” l’idea che si ha di queste formazioni, proponendo “Who wants to live forever” dei Queen e “Vedrai miracoli” di Schwartz, nella versione italiana, con arrangiamenti di De Carlo, oltre all’ “Adiemus” di Karl Jenkins.
In chiusura, per il bis, un’esplosione di applausi per “Un bacio a mezzanotte”, la famosa canzone di Kramer e Garinei e Giovannini, resa celebre dal Quartetto Cetra.
L’entusiasmo dimostrato dai presenti in sala non ha che confermato la bontà dell’operazione condotta da De Carlo che ha voluto anche lanciare un appello ai più curiosi, in chiusura di serata: il Singing Cluster Choir è sempre aperto a nuove collaborazioni, soprattutto se si tratta di voci maschili da inserire nell’organico.
Per chi vuole cimentarsi, le porte sono aperte.