“Conchita” di Riccardo Zandonai è una delle opere liriche meno conosciute, ma l’occasione per vederla rappresentata sul palcoscenico del Teatro Politeama il prossimo 4 giugno è ideale per chi voglia scoprire o riscoprire il compositore e direttore d’orchestra trentino allievo di Pietro Mascagni.
La scelta inconsueta per la Stagione sinfonica cittadina non ha infatti scoraggiato i soci del sodalizio Amici dell’opera lirica che, con il suo presidente Daniele Tommaso Mellace, nel pomeriggio di giovedì hanno proposto nella sala Imes a Palazzo Fazzari, un incontro sull’opera in questione.
Facendo riferimento all’unica edizione attualmente disponibile su supporto digitale, del 1969 con l’Orchestra e il Coro della Rai di Torino diretti da Mario Rossi, il soprano Antonietta Stella e il tenore Aldo Bottion, Mellace ha ripercorso, nonostante il pochissimo materiale trovato, i quattro atti che raccontano la travagliata storia d’amore della sigaraia Conchita Pérez e del suo amato Mateo, facendo ascoltare ai presenti le scene più rilevanti. Con una trama inaccettabile ai nostri giorni – Mateo conquista una più che accondiscendente Conchita con metodi violenti -, questa guida all’ascolto forse maggiormente rispetto alle altre mette in rilievo l’importanza dell’opera condotta dalla Adol nel corso degli anni: l’associazione, fondata nel 2007 da Domenico Maiolo, e dedicata al grande tenore svedese Jussi Björling, ha da sempre come obiettivo la diffusione e promozione della cultura musicale a Catanzaro, soprattutto del melodramma.
Con la presenza nel cartellone del Teatro Politeama di almeno una o due opere liriche a stagione, l’Adol ha offerto approfondimenti e introduzioni a ciò che è stato proposto, in preparazione agli spettacoli, ma è andata anche oltre: ha tenuto incontri con le scuole, organizzato concerti, conferenze monografiche su direttori d’orchestra, su grandi cantanti del passato e sulla storia del belcanto in sé, coinvolgendo le giovani leve, cercando di coinvolgere un pubblico sempre più consapevole e preparato oltre che più vasto. Un contributo non da poco per una città che dice di contare sulla cultura.