Avvolto nelle trame della tela, metafora dell'attesa del ritorno dell'amato Ulisse, emerge il corpo di "Penelope" che si rianima nell'intensa interpretazione di Teresa Timpano e della compagnia teatrale di Reggio Calabria Scena Nuda, da un’idea di Matteo Tarasco che ne cura anche la regia, che ha portato in scena sul palco del Teatro Comunale per la stagione di AMA Calabria il dramma sentimentale del celebre personaggio descritto da Omero nell'Odissea. Un monologo intenso che raggiunge picchi di estrema tragicità e che attinge non solo all’Odissea, ma anche ai racconti di Ovidio e al libro ‘Il canto di Penelope’ di Margaret Atwood, per celebrare la figura della mitologia greca simbolo della fedeltà e dell'amore, colei che attese per vent'anni il ritorno del naufrago cantato da Omero partito per la guerra di Troia. Grazie al famoso stratagemma della tela con cui tesseva il sudario per Laerte, padre di Ulisse, Penelope rimandava il momento della scelta di un altro pretendente, finendo per rimanerne intrappolata. 

La storia narrata dal punto di vista di Penelope mostra l'altra faccia della celebrazione del mito e del modello comportamentale della donna che aspetta pazientemente il ritorno dell'amato. Nel monologo di Teresa Timpano, Penelope "ubriaca d'angoscia, sbraccia come un'annegata", cerca il corpo del suo amato, urla il suo nome ma le rocce dalle loro cavità le restituiscono solo l’eco del silenzio. Cade la sua maschera, lasciando nudo il volto di una donna triste che anela l'amore, che lotta con l'angoscia dell'assenza e il desiderio della presenza. Si agita come in preda ai flutti della tempesta amorosa che attraversa il suo cuore, sospingendola sempre più lontano dalla felicità, la stessa che è capace di “rendere divini anche i mortali”, mentre si accorge che quest'attesa la sta portando a tessere il suo di sudario. L'invito a rompere con il proprio destino suona come un monito all'autodeterminazione, perché "non si costruisce una felicità su fondamenta di dolore" e questa "non cade dalle nuvole". Penelope sembra parlare a tutte le donne e a tutti agli uomini. "Noi mortali possiamo essere grandi eroi nel nostro dolore, ma siamo divini soltanto quando siamo felici". Solo l'amore è in grado di compiere questo miracolo.