La voce di Salvatore Conforto prepara la scena. Un messaggio importante per tutte le donne vittime di violenza, ripetuto nel prologo e nell'epilogo, per farlo risuonare più forte. Le donne non sono dei burattini, "i fili una donna se li tira da sola", quindi bisogna uscire fuori dalla logica della paura e della vergogna, della sottomissione e del perdono, "ha detto che è l'ultimo appuntamento, poi mi lascerà stare", recita Azzurra Nuovascena Conforto. "Il femminicidio è solo l'episodio ultimo della mortificazione della donna", colma di amarezza, quasi fuori campo, è la voce dell'attrice e regista dello spettacolo, Romina Nuovascena Mazza. Il personaggio interpretato da Maria Rita Galati, come un grillo parlante si rivolge alla coscienza delle donne, snocciolando dati allarmanti sull'aumento delle vittime di violenza e sull'importanza di riconoscere i primi segnali, affermando i propri diritti, primo fra tutti il diritto inalienabile di vivere ed essere libere.
"Avevamo il mostro a casa e non ce ne siamo accorte", è il coro delle cinque protagoniste della scena, che affogano il dispiacere nell'alcol e nelle risate. Tra una storia e l'altra cantano le canzoni di un amore sognato. Dentro anche il tema della famiglia, come primo incubatore della violenza, nel rapporto malato tra genitori e figli, donne e uomini che fanno del proprio esempio sbagliato la loro condanna. C'è la donna moldava piena di speranze nel futuro, quella con il velo che anela la libertà, la ragazza che pensa di poter andare da sola a correre nel parco, e quella che fa sorridere con la storia della testa dell'uomo ficcata nel barattolo delle conserve preparate con schizofrenica dedizione. Per le altre attrici, Daria Mirante Marini, Ilenia Pia Ciambrone, Roberta Paparazzo, Vanessa Curto, un monologo a turno che racconta l'escalation della violenza, gli abusi, i maltrattamenti verbali e fisici, le nuove forme di vendetta, prima fra tutti quella di condivisione di materiale intimo, e un tuffo in un passato fortunatamente superato dalla cancellazione dell'articolo 544 e 587 del codice penale, i tempi del matrimonio riparatore e del delitto d'onore, con Romina Mazza nei panni della donna con lo scialle rosso scarlatto, "la regina senza re" che con il suo esempio ha distrutto quelle leggi aberranti.
Per "L'ultimo appuntamento" si preannuncia una seconda data. Era occupata ogni poltrona del Nuovo Supercinema per assistere allo spettacolo di Nuovascena Acli Arte e Spettacolo Catanzaro, scenografia di Mattia Procopio, versione attualizzata di "Barbablù", il successo di Nuovascena del 2015 andato in replica ben quindici volte, tratto dal libro di Serena Dandini "Ferite a morte", che segna il debutto della Compagnia di Irene, intitolata alla piccola grande allieva del laboratorio teatrale, Irene De Domenico, ricordata con commozione dal presidente di Nuovascena, Salvatore Conforto. In sala anche una rappresentanza del Teatro di Calabria e del Teatro Hercules che con il grande calore del resto del pubblico ha decretato il successo dello spettacolo.