"Non avevamo ancora mai avuto l’opportunità di essere inseriti in un cartellone di eventi di tale spessore, tra artisti di fama internazionale. Rimangono impressi indelebilmente nei nostri occhi e nella nostra mente l’allegria, i sorrisi, gli applausi e la piena partecipazione del pubblico che la sera della nostra esibizione live ha rappresentato la nostra vera fonte di energia.". Questo il commento degli Eighty Way, il gruppo vincitore del talent "Next generation" promosso lo scorso anno dal Festival D'Autunno che quest'anno vince ancora una volta la sua sfida: dare l'opportunità ai talenti locali di esibirsi nella propria città accanto ai grandi nomi della scena musicale nazionale. Il ringraziamento del gruppo va alla direttrice artistica, Antonietta Santacroce, per l'impegno che ripone ogni anno regalando alla città un cartellone di eventi che non manca di dare visibilità e valorizzare gli artisti locali. Così per Celeste Iiritano, terza classificata al concorso, il Festival smentisce il detto 'nemo profeta in patria', grazie al successo di pubblico registrato dal doppio concerto nell'anfiteatro del Parco della Biodiversità che l'ha vista esibirsi sul palco prima del gruppo Eighty Way in uno spettacolo che ha calato il pubblico nel ritmo coinvolgente della musica popolare e della tarantella calabrese.
Salvatore Venuto e Mariarita Albanese sono stati protagonisti dello spettacolo "Ulisse nella Terra dei Feaci", andato in scena nel Chiostro del San Giovanni, una produzione originale del Festival nata dalla contaminazione dei versi di Omero, Shakespeare e gli scritti dello storico Armin Wolf che ha ripercorso le tappe del ritorno a casa del naufrago Ulisse che trova approdo sulle coste calabresi. Un'esperienza molto interessante ed emozionante per Salvatore Venuto, alla sua terza partecipazione al Festival che, dice, come sempre riesce a miscelare artisti catanzaresi e internazionali senza alterare la qualità dell'offerta culturale. Per Maria Rita Albanese essere presente come Teatro di Calabria al Festival d'autunno è stato il segno che le realtà e i talenti locali insieme possono creare grandi cose.
"Quando le parole del poeta Jorge Luis Borges incontrano la musica di Astor Piazzolla e Luis Bacalov, sembrano danzare tra le stelle in un appassionato "Tango" a Buenos Aires". Così ha vissuto l'evento l'attrice Romina Mazza, che commenta emozionata la sua partecipazione al Festival nello spettacolo di musica, danza e poesia da titolo "Argentina chiama Italia" che si è svolto nel Chiostro del San Giovanni con la partecipazione del Classic Movies Quartet. Ad Antonietta Santacroce il suo ringraziamento per avuto la sensibilità di richiamare alcune delle valenze artistiche presenti sul territorio calabrese e inserirle tra i grandi professionisti dello spettacolo. "Nessuno finora lo aveva mai fatto - ha detto -. Ho vissuto l'evento con grande passione, si sa le poesie di Borges sono difficili alla prima lettura, ma poi ti addentri nel suo mondo magico, quasi irreale e le comprendi fino all'ultima parola. È un autore da tenere sul comodino e da leggere un po' alla volta tutte le sere".
La magia dell'opera è stata vissuta nell'appuntamento pomeridiano del Festival d'Autunno con protagoniste la pianista Maria Scalzo e il soprano Maria Mellac"Ritrovarci al festival D'Autunno è stata una delle esperienze più belle. Ammettiamo di aver avuto un po' di tensione da prestazione - hanno detto le giovani artiste -. Cantare nella propria città, per un evento così importante ci ha dato molta responsabilità. Siamo liete di aver avuto un pubblico attento e propenso ad ascoltare sia la musica lirica, quindi vocale, che esclusivamente pianistica con la suite "Schiaccianoci" di Tchaikovsky. Speriamo di farne parte attivamente anche gli anni a venire".
Altro evento in cartellone, nella cornice di Villa Margherita, "Il Giorno dei Cori", con le esibizioni del Coro dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, il Singing Cluster Choir e il Coro Giovanile Calabrese. Per Luciana Loprete, direttore del Coro Voci di Luce e presidente dell'Uici sezione Catanzaro, una realtà pluridecennale consolidata nella volontà di utilizzare la musica come veicolo di emozioni e strumento di riabilitazione, composta da coristi non vedenti, ipovedenti, pluridisabili e volontari di ogni età, è stata una grande emozione poter creare un legame col pubblico del Festival d’Autunno. Una kermesse che "grazie al suo direttore artistico ha permesso di riappropriarsi dei luoghi della città che ci appartengono con un percorso culturale inclusivo". Nella sua performance artistica il Coro ha voluto rimandare alla riflessione sul valore della vita nonostante la condizione e le difficoltà, sulla bellezza del donarsi con amore al prossimo. "Solo la giusta cultura - ha concluso Luciana Loprete - può abbattere le barriere fisiche e mentali". "Potersi esibire dirigendo il proprio coro polifonico dopo un anno e mezzo di sosta forzata è stata un'esperienza liberatoria, quasi catartica - ha commentato Giulio De Carlo, direttore di Singing Cluster -. Inoltre la consapevolezza di avere contribuito alla diffusione della bellezza nella città di Catanzaro mi rende ancora più orgoglioso e felice. Sono davvero grato di aver preso parte al Festival d'Autunno!"
(Foto Studio Monteverde)