Andrà in replica mercoledì prossimo, 25 agosto, lo spettacolo prodotto dal Teatro di Calabria "Quel che non fu fatto, io lo sognai" che chiude la stagione di Graecalis 2021. La consueta rassegna dedicata al teatro classico quest'anno ha portato in scena nel Chiostro del Complesso Monumentale del San Giovanni - insieme ai recital abbinati alla mostra di "Chagall. La Bibbia", il 23 agosto l'ultimo spettacolo musicale ispirato all'album "La Buona Novella" di Fabrizio De Andrè - due spettacoli inediti che, prendendo le mosse dalle tematiche care alla tragedia greca, come in "La Virtù Ferita", hanno poi condotto gli spettatori nelle trame del dramma moderno e nella rappresentazione di figure che mantengono un forte legame con il mondo classico.
Tra queste, Gabriele D'Annunzio, il Vate, protagonista di "Quel che non fu fatto, io lo sognai", titolo che è un verso della sue Laudi, in cui D'Annunzio elogia la diversità, intesa come espressione della varietà delle creature e delle cose del mondo, delle esperienze e delle emozioni di cui è piena la vita. Lo spettacolo, ideato dal vicepresidente del Teatro di Calabria, il prof. Luigi Larosa, ripercorre le strade mentali, i pensieri e il tessuto psicologico del poeta nella stagione di declino e abbandono che precede la sua morte, quando decide di ritirarsi sul Lago di Garda per scrivere il suo Notturno, trascorrendo gli ultimi anni della sua vita in quello che divenne il Vittoriale degli Italiani, la dimora acquistata dal poeta nel 1921 di cui quest'anno ricorre il centenario.
Un D'Annunzio malinconico e tormentato, interpretato magistralmente da Salvatore Venuto, che indaga il senso della vita che scorre e che volge alla fine. "Gli anni passano ma il cuore non si rassegna e si riaccende", dice D'Annunzio, per lui “tutto fu ambito e tutto fu tentato". La voce di Salvatore Venuto si fa quella del poeta che tesse le lodi della bellezza, l'unica vera realtà, e del verso, che può dire l'indefinibile e l'indicibile e dare alle cose una dimensione di eternità. I reading affidati al prof. Luigi Larosa, al maestro Aldo Conforto e a Mariarita Albanese, e gli intermezzi musicali delle canzoni care al poeta, hanno restituito uno spaccato intimo e intenso della sua vita e delle sue più celebri produzioni letterarie.
La presidente del Teatro di Calabria, Anna Melania Corrado, sul palco insieme alla compagnia inondata dagli applausi del pubblico a fine spettacolo, ha sottolineato come il teatro sia in grado di compiere quella magia che ci fa dimenticare i nostri drammi e ci ricongiunge con la felicità, perché, ha detto, "il teatro per noi è felicità".