Da oggi fino al 1 Novembre sarà esposto presso le sale del Mudas, il Museo dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, il crocifisso ligneo del Santuario “Madonna della Luce” di San Pietro Magisano restituito alle antiche fattezze delle superfici originali grazie al lavoro del dottor Giuseppe Mantella, restauratore di alcuni dei capolavori di Taverna del Mattia Preti e di numerose opere d’arte di interesse nazionale e internazionale, supportato dalle ricerche di Dante Palmerino, operatore per i Beni culturali ecclesiastici dell’Arcidiocesi.
Si è svolta ieri, presso l’Auditorium Sancti Petri del Museo, la presentazione delle operazioni condotte nell’ambito di RestauriAmo, il progetto coordinato da Antonella Rotundo di tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, guidata da Monsignor Vincenzo Bertolone, che ha all’attivo il restauro degli Scarabattoli della Chiesa dell’Immacolata dell’artista Caterina De Julianis e l’Ecce Homo della Chiesa del Carmine.
La presentazione, introdotta da Don Maurizio Franconiere, delegato per i Beni culturali dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace e direttore del Mudas, ha visto la partecipazione di Don Simone Marchese, arciprete di San Pietro Magisano e Taverna e vicedirettore del Mudas e del sindaco di Magisano Fiore Tozzo. Al progetto ha contribuito Giovanni Marrello, funzionario storico dell’arte SAbap di Catanzaro e Crotone, protagonista del restauro di numerosi Mattia Preti soprattutto a Malta e nel resto d'Italia, che ha svolto un ruolo di alta sorveglianza e controllo di tutte le operazioni di restauro.
Il fulcro della conferenza è stato l’intervento del dott. Giuseppe Mantella - protagonista, tra gli altri, del recente restauro dell’Estasi di Santa Teresa di Gianlorenzo Bernini, uno tra i più grandi capolavori dell’arte classica - che ha illustrato nei dettagli le varie fasi dei lavori di restauro, funzionali alla riscoperta, sotto gli strati di stuccatura che ricoprivano le parti originali, ridipintura avvenuta nel corso dell’Ottocento, di un crocifisso ligneo datato fine del XV - inizi del XVI secolo, che mostra dei tratti distintivi che lo accomunano ad altri crocifissi del territorio dei casali di Taverna che farebbero ipotizzare l’esistenza di una bottega di scultori e intagliatori del legno attiva in quegli anni nella zona.
Il dott. Mantella ha sottolineato quanto sia importante condurre ogni operazione di restauro nel rispetto dell’immagine di un bene comune in cui le varie generazioni si sono identificate, e ha quindi rimarcato che anche in questa occasione i lavori sono stati condotti nel rispetto delle “ferite del tempo”, lavorando centimetro dopo centimetro per riportare alla luce le parti originali. Da queste operazioni, è emerso un crocifisso con un incarnato più chiaro, in cui si possono notare le microincisioni per la realizzazione di alcuni dettagli, come il motivo dell’attaccatura dei capelli, la barba e le labbra, che mostrano una tecnica precisa e una dovizia di particolari sicuramente attribuibili ad una bottega di scultori formatasi anche fuori regione ma che ha operato in quegli anni nel territorio di Taverna.
L’analisi stilistica del crocifisso, “inscrivibile nella categoria dei 'Cristus Patiens', colto nel momento in cui spira, con gli occhi gonfi e le labbra socchiuse, quasi fosse addormento”, è stata offerta a seguire nell’intervento di Dante Palmerino, operatore per i Beni Ecclesiastici, che ha mostrato l’esito di alcune ricostruzioni storiche e documentali che si concentrano sulla presenza in quel periodo storico di comunità di intagliatori appartenenti agli ordini francescano e dominicano, tese a mostrare un possibile filo conduttore sugli autori di questo e degli altri crocifissi che si trovano nelle chiese matrici di Albi, S. Giovanni d’Albi e Magisano.
“In Calabria sono tante le cose belle e straordinarie, ma dobbiamo andarle a scovare - ha concluso Mantella -. I nostri Michelangelo e Leonardo sono questi ignoti, che hanno bisogno di essere scoperti e valorizzati. Le future generazioni hanno il compito, in maniera sinergica, di indirizzarsi verso un unico scopo: la tutela e valorizzazione del nostro patrimonio storico artistico, per fare in modo che la nostra terra possa vivere anche grazie a questo”.
In mostra dal 18 ottobre al 1 Novembre
Museo Diocesano
Dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 12.00
Pomeriggio su prenotazione
Tra gli appuntamenti sul sito www.catanzarocentro.it