LA FESTA DEI POPOLI CELEBRA L'UNITÀ NELLA DIVERSITÀ

I dibattiti, gli incontri e gli spettacoli organizzati sono focalizzati su temi quali l'integrazione, la convivenza pacifica e il rispetto delle differenze, quindi non solo un'occasione di divertimento, ma anche uno strumento per promuovere l’accoglienza e per costruire ponti culturali abbattendo pregiudizi e stereotipi.

La conoscenza e la condivisione di esperienze per invitare le persone a vedere la diversità come una risorsa e una fonte di arricchimento reciproco.

Partecipare a questa festa significa immergersi in un mondo di colori, suoni e parole, alla scoperta delle storie e delle tradizioni che rendono ogni cultura unica e preziosa.

Ispirati da una manifestazione caratterizzata dalla molteplicità, abbiamo realizzato un'intervista a più voci con alcuni esponenti dell’Amministrazione cittadina nonché con Fabio Donato, referente dell’Associazione Divercity, tra i promotori dell’iniziativa, per parlare degli obiettivi e delle novità dell’edizione 2024

Il nostro primo interlocutore è stato Gianmichele Bosco, Presidente del Consiglio del Comune di Catanzaro, che ha risposto alle nostre domande

𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭à 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨?

Sicuramente abbiamo una importante presenza di cittadini provenienti dal Maghreb e dall’Europa dell’Est e si registra una significativa e costante crescita della comunità sudamericana.

𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐢𝐧 𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐚 𝐟𝐚𝐯𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭à?

La Festa dei Popoli, concettualmente in antitesi con il pensiero di limite territoriale, rappresenta un momento da cui partire per creare una cultura, anche politica, che generi strumenti e azioni di integrazione e di abbattimento totale delle barriere. Uno degli obiettivi che la nostra amministrazione vorrebbe realizzare già quest’anno è la Consulta dei Popoli, attraverso l’individuazione di referenti che rappresentino un anello di congiunzione tra le diverse comunità e che possano contribuire concretamente al processo di integrazione.

Catanzaro ha, da diversi anni, il regolamento delle consulte, ma necessità di essere adeguato ai cambiamenti avvenuti nel tempo.

𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐢𝐯𝐨𝐧𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭à 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐩𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐧𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐚 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢, 𝐞𝐭𝐧𝐢𝐞 𝐞 𝐫𝐞𝐥𝐢𝐠𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞?

Per fortuna nella nostra città i pregiudizi e le barriere mentali tra le diverse comunità non sono così marcati. Ritengo possibile la strada dell’integrazione se vista non come processo unilaterale, ma come scambio reciproco grazie al ruolo attivo di tutti gli attori in campo. dove tutte le comunità contribuiscono e traggono benefici. Certo, non possiamo parlare di politiche inclusive senza dare garanzie lavorative e parità di genere, passaggi sui quali bisogna ancora lavorare molto.

𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡é è 𝐜𝐨𝐬ì 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐥𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢?

Il diverso genera paura perché non conosciuto. La paura dell'ignoto è una reazione naturale dell'essere umano, una sorta di meccanismo di difesa che ci protegge da potenziali pericoli. Solo approfondendo la relazione si può avere contezza che l’inconsueto non è preoccupante, anzi è spesso arricchente.

𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐠𝐠𝐢𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐨 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞?

Dare la possibilità di allagare l’orizzonte del proprio pensiero.

𝐋𝐚 𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐚𝐝 𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚?

Non abbiamo la pretesa di cambiare la mentalità globale, ma voglio sottolineare che La Festa dei Popoli è organizzata non dall’Amministrazione ma da una comunità estesa composta a sua volta al suo interno da tante diverse comunità. Sono stati i protagonisti dell’evento a costruirlo e a dargli forma sentendosi così parte integrante e responsabili in egual modo della buona riuscita della manifestazione. Lo riteniamo un importante successo, soprattutto se messo in relazione con il senso di vergogna, segno tangibile che il processo di integrazione non è da considerarsi completato, che spesso provano gli stranieri che vivono nella nostra terra.

Inoltre, questo evento permette alle diverse nazionalità di interagire e quindi di conoscersi, così che il processo di unione possa evolvere nella sua totale completezza.

𝐐𝐮𝐚𝐥 è 𝐥’𝐨𝐛𝐢𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞?

L’Obiettivo più ampio è di creare un percorso in cui la manifestazione è la parte finale. Il nostro scopo è di riuscire a creare, attraverso azioni mirate, un anello di congiunzione inclusivo di tutte le comunità straniere presenti a Catanzaro, mantenendo attivo questo ponte di comunicazione in maniera costante anche nei mesi che intercorrono fra le diverse edizioni de La Festa dei Popoli.

𝐋'𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐞𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐡𝐚 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐛𝐮𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨. 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐯𝐢𝐭à 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐥𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐩𝐢ù 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐭𝐚?

Il format non ha registrato particolari cambiamenti, ma in questa edizione abbiamo scelto di dare maggiore voce alle comunità che hanno inteso partecipare implementando gli incontri e i dibattiti. In futuro speriamo di svilupparla in almeno due giornate.

𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐭𝐫𝐚 𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢?

Forse perché è un’iniziativa fresca, leggera anche se non superficiale, già nella scorsa edizione la partecipazione giovanile è stata numerosa ed eterogenea, speriamo si ripeta anche nell’edizione 2024.

𝐐𝐮𝐚𝐥 è 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟒?

Il claim di quest’anno, “Nessuno è straniero”, vuol significare che qualsiasi sia il Paese di origine, si è cittadini del luogo in cui si vive.

Abbiamo poi voluto ascoltare le considerazioni di Fabio Donato, dell’Associazione DiverCity, secondo cui "𝘤𝘩𝘪 𝘩𝘢 𝘥𝘪𝘮𝘦𝘴𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘧𝘳𝘦𝘲𝘶𝘦𝘯𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘪𝘵𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘦 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘢 𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘪𝘤𝘰𝘭𝘵à 𝘢𝘥 𝘢𝘤𝘤𝘦𝘵𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘦 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘦𝘳𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢, 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘢 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘤𝘦 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘢𝘥 𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘪 𝘷𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘴ì 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘭𝘦 𝘢𝘱𝘳𝘪𝘳𝘴𝘪 𝘢 𝘤𝘪𝘷𝘪𝘭𝘵à 𝘦𝘴𝘵𝘳𝘢𝘯𝘦𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘢. 𝘌𝘷𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘓𝘢 F𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘗𝘰𝘱𝘰𝘭𝘪 𝘢𝘪𝘶𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘢 𝘳𝘢𝘨𝘨𝘪𝘶𝘯𝘨𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘰 è 𝘧𝘰𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘤𝘤𝘩𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘦 𝘤𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢𝘭𝘦; 𝘶𝘯’𝘰𝘤𝘤𝘢𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘷𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪𝘵à 𝘢𝘵𝘵𝘳𝘢𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪𝘦𝘳𝘪, 𝘱𝘢𝘳𝘰𝘭𝘦, 𝘴𝘶𝘰𝘯𝘪 𝘦 𝘤𝘰𝘭𝘰𝘳𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘲𝘶𝘪𝘴𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘦 𝘪𝘯 𝘮𝘢𝘯𝘪𝘦𝘳𝘢 𝘱𝘪ù 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘢𝘯𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘢𝘷𝘷𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰, 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘳𝘦 𝘭’𝘰𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘥𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪. 𝘕𝘰𝘪 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘶𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘶𝘯 𝘦𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘷𝘪𝘷𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘦𝘵𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘪 𝘧𝘳𝘶𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘶𝘪𝘳𝘦, 𝘪𝘯 𝘮𝘢𝘯𝘪𝘦𝘳𝘢 𝘴𝘰𝘨𝘨𝘦𝘵𝘵𝘪𝘷𝘢, 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘪𝘥𝘦𝘢 𝘥𝘪 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘨𝘭𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘦 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘯𝘰𝘮𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘭’𝘰𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘶𝘯𝘪𝘵à 𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘦 𝘳𝘦𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪. 𝘌’ 𝘦𝘷𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘊𝘢𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢𝘳𝘰 è 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘢 𝘥𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘪𝘰𝘪𝘰𝘴𝘪 𝘧𝘳𝘦𝘲𝘶𝘦𝘯𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘭𝘦 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘦 𝘴𝘤𝘶𝘰𝘭𝘦. 𝘚𝘰𝘯𝘰 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘪𝘭 𝘵𝘳𝘢𝘪𝘵 𝘥'𝘶𝘯𝘪𝘰𝘯 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘦𝘳à 𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦𝘳𝘦 𝘯𝘢𝘵𝘶𝘳𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪𝘭 𝘷𝘢𝘭𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘤𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘢, 𝘮𝘢 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘴𝘵𝘳𝘶𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦. 𝘜𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪𝘵à 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘦𝘮𝘱𝘪𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘤𝘶𝘰𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘦𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘢 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘦 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘮𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘯𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘦𝘥𝘦𝘴𝘪𝘮𝘢 𝘭𝘪𝘯𝘨𝘶𝘢, 𝘱𝘶𝘰𝘪 𝘥𝘪𝘳𝘴𝘪 𝘨𝘪à 𝘪𝘯𝘤𝘭𝘶𝘴𝘪𝘷𝘢".

Secondo Daniela Palaia, consigliera comunale, "𝘭𝘦 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢𝘯𝘻𝘦 𝘱𝘪ù 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘪𝘷𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘦𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘢𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘦𝘴𝘱𝘳𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘥𝘢𝘭 𝘤𝘪𝘤𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘢𝘭𝘬 𝘤𝘩𝘦 𝘰𝘴𝘱𝘪𝘵𝘦𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢𝘯𝘻𝘦 𝘦𝘥 𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘪𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘦 𝘢𝘷𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘢 𝘷𝘦𝘴𝘵𝘦, 𝘱𝘪ù 𝘴𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦 𝘦 𝘥𝘪𝘢𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘢, 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘤𝘦𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘛𝘳𝘢 𝘪 𝘵𝘦𝘮𝘪 𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘭'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘤𝘶𝘰𝘭𝘢 𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘦 𝘭’𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰, 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰, 𝘥𝘪 𝘤𝘩𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘦 𝘴𝘪 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢 𝘢𝘥 𝘢𝘵𝘵𝘪𝘷𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭𝘪𝘯𝘲𝘶𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘭𝘪, 𝘤𝘢𝘱𝘰𝘳𝘢𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘦 𝘴𝘧𝘳𝘶𝘵𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰. 𝘈 𝘮𝘰𝘥𝘦𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘪𝘯𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘪 𝘶𝘯 𝘤𝘪𝘵𝘵𝘢𝘥𝘪𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘰𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘯𝘰𝘳𝘥𝘢𝘧𝘳𝘪𝘤𝘢𝘯𝘢, 𝘥𝘢 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘳𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪𝘯 𝘐𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢, 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢 𝘳𝘦𝘨𝘰𝘭𝘢𝘳𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦𝘥 𝘩𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘶𝘪𝘵𝘰 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘢 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢. 𝘎𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘦𝘴𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘤𝘰𝘭𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘪𝘴𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘮𝘣𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘯𝘪𝘧𝘦𝘴𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘦𝘤𝘤𝘩𝘪𝘦𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘦𝘵𝘯𝘪𝘤𝘪𝘵à 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘣𝘢𝘴𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘯𝘪𝘧𝘦𝘴𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘴𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘳𝘪𝘦 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘪𝘵à: 𝘤𝘰𝘭𝘰𝘮𝘣𝘪𝘢𝘯𝘪, 𝘣𝘳𝘢𝘴𝘪𝘭𝘪𝘢𝘯𝘪, 𝘯𝘰𝘳𝘥𝘢𝘧𝘳𝘪𝘤𝘢𝘯𝘪... 𝘦 𝘪 99 𝘗𝘖𝘚𝘚𝘌, 𝘥𝘢 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘢𝘵𝘪 𝘴𝘶𝘪 𝘵𝘦𝘮𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦".

Abbiamo infine raccolto le considerazioni di Donatella Monteverdi, assessore alla Cultura che, riconoscendo la centralità dei temi relativi all'accoglienza e all’integrazione in ambito nazionale e internazionale, ha auspicato, leggi permettendo, la possibilità di elaborare un "modello meridionale", considerando l'inefficienza di quelli finora adottati che non agevolano la prima accoglienza e la successiva integrazione e non tengono conto della peculiarità territoriali.

"𝘎𝘭𝘪 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘯𝘪𝘦𝘳𝘪, 𝘱𝘦𝘳 𝘪𝘭 𝘮𝘦𝘳𝘪𝘥𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢𝘵𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰, 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘪𝘴𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘶𝘯’𝘰𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘶𝘯𝘪𝘵à. 𝘝𝘪𝘷𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘪𝘮𝘪𝘯𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘮𝘰𝘨𝘳𝘢𝘧𝘪𝘤𝘢 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘤𝘳𝘦𝘴𝘤𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘷𝘦𝘥𝘦 𝘤𝘰𝘪𝘯𝘷𝘰𝘭𝘵𝘪 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘪 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘪 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘪 𝘶𝘳𝘣𝘢𝘯𝘪. 𝘙𝘪𝘢𝘤𝘦, 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘦 𝘴𝘪𝘮𝘣𝘰𝘭𝘰, 𝘦 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘪 𝘶𝘳𝘣𝘢𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘢𝘭𝘢𝘣𝘳𝘪𝘢 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘳𝘪𝘯𝘢𝘵𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘪𝘮𝘮𝘪𝘨𝘳𝘢𝘵𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘴𝘦𝘥𝘪𝘢𝘵𝘪 𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦 𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘤𝘪𝘧𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘨𝘭𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘋𝘰𝘷𝘳𝘦𝘮𝘮𝘰 𝘦𝘧𝘧𝘦𝘵𝘵𝘶𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘮𝘪𝘳𝘢𝘵𝘦, 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪𝘢, 𝘥𝘪 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘦𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘥𝘢 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘪. 𝘓𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘥𝘢𝘳𝘪𝘦𝘵à, 𝘥𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘢, 𝘯𝘰𝘯 è 𝘴𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦; 𝘤𝘪 𝘴𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘮𝘶𝘰𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘯𝘰𝘳𝘮𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦, 𝘢𝘧𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘶𝘤𝘪𝘥𝘪𝘵à 𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪, 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘪 𝘵𝘦𝘮𝘪 𝘰𝘳𝘮𝘢𝘪 𝘪𝘯𝘦𝘭𝘶𝘥𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪".

Lorena Pallotta per Area Teatro - Catanzaro Centro

(Le immagini utilizzate si riferiscono all'edizione 2023 della Festa dei Popoli)