In programma workshop, lezioni e attività laboratoriali per acquisire competenze nell’utilizzo della parola.
E anche un contest ideato per sostenere il percorso di giovani creativi.
La parola gioca un ruolo determinante per descrivere la realtà circostante, funge da valvola di sfogo per garantire e salvaguardare una normale dialettica democratica, per argomentare le proprie motivazioni, o per tramandare la propria memoria. Eppure, in questo momento storico, appare sempre più bistrattata e svilita a vantaggio di nuove forme di espressione che producono una sorta di appiattimento generale che rischia di non limitarsi solo alla forma, ma di tracimare nella sostanza dei contenuti stessi. Le libertà fondamentali sono in pericolo e l’identità valoriale della collettività sembra essere ad un passo dal diluirsi irrimediabilmente.
Per contribuire ad arginare questo processo distruttivo e riaffermare, con forza e in maniera corale, l’importanza della parola nasce il NON Fest.
Per tre giorni, a Catanzaro, sarà possibile esplorare il mondo dell’editoria nell’ambito di una rassegna estranea alla formula degli eventi culturali che spesso finiscono per consumarsi su se stessi, senza lasciare alcuna traccia sul territorio. Da qui l’idea di alternare gli incontri e le presentazioni di libri in cui il pubblico è indirizzato prevalentemente all’ascolto, con momenti dedicati alla formazione dei partecipanti. L’obiettivo dichiarato è garantire loro la possibilità di sperimentare l’attività laboratoriale, ossia un’esperienza attiva per acquisire nuove competenze nell’utilizzo delle diverse declinazioni della parola. Un’accezione ampia del concetto di parola che diventa l’elemento di composizione di generi narrativi che vanno dal racconto breve alla poesia, dai testi di canzoni alle illustrazioni.
“Il punto di partenza è stata l’attività della nostra associazione che è legata al progetto editoriale NON Magazine una rivista culturale che da qualche anno ci permette di stimolare la riflessione comune e di suggerire un altro punto di vista per interpretare il territorio contrastando gli stereotipi e i luoghi comuni. E anche di formulare una strategia per contribuire al miglioramento del contesto sociale e culturale della città e della regione. La parola è la risorsa a cui ci rivolgiamo per suscitare delle reazioni, per stimolare riflessioni e arrivare a nuove consapevolezze” spiega Miriam Belpanno, presidente di NON APS e ideatrice del festival.
La serie dei workshop, tutti con partecipazione gratuita, verrà avviata nella seconda giornata, venerdì 27 settembre, con la visita degli alunni del Liceo Classico "P. Galluppi", alle ore 9.30, nella redazione della "Gazzetta del Sud" Alle 11.30, nelle Gallerie del San Giovanni, Antonio Iaconnesso, grafico di Rubbettino Editore, terrà una lezione su tipografia e grafica editoriale. Nel pomeriggio, alle ore 16.30, è in programma il workshop di scrittura “Dai forma alla tua voce”, con Emanuela Anechoum, scrittrice ed editor della Casa Editrice e/o.
Sabato 28 settembre, alle ore 16.30, appuntamento con “Visual Recap” a cura di Antonio Spadaro, illustratore e grafico, che stimolerà gli iscritti a creare una sintesi visiva partendo dal testo. Alle 17.30 l’attività laboratoriale dal titolo “Scrivere una canzone” con Santino Cardamone sarà dedicata al cantautorato.
Un’espressione emblematica come “Non ti disunire” è il leitmotiv dell’intera manifestazione. Suona come un’esortazione a non mollare, nonostante le difficoltà.
È una citazione ripresa dal film “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino. Le parole sono pronunciate da Antonio Capuano, icona cinematografica in un passaggio del dialogo finale con il giovane protagonista e aspirante regista, Fabietto che assume le sembianze di un messaggio sospeso tra l’invito a restare a Napoli per non spezzare il legame con la propria vita e la tensione verso Roma per iniziarne una nuova e, nel rinunciare all’essenza mantenuta fino a quel momento, inseguire i propri sogni. Disunire sarebbe, quindi, perdere la propria unità, la propria essenza, il proprio essere, che nel dialogo pare indissolubilmente legato alla permanenza nella propria città d’origine.
“Per noi è un’esortazione a non scollegarsi dalla propria identità, dalle proprie radici. In ambito sportivo è un modo per richiamare il concetto di fare squadra, di aggregarsi. Quindi vorremmo incitare tutti a rendersi dinamici, a non perdere mai la fede nella propria natura. Vietato non andare d’accordo con se stessi e disperdersi!” aggiunge Miriam Belpanno, 32 anni, una laurea in Lingue e Culture Moderne e un master in Organizzazione di eventi culturali, che nel festival riversa buona parte della sua esperienza personale e professionale.
Al mondo di carta e della comunicazione si è avvicinata gradualmente trovando tra le pagine di libri e riviste i migliori alleati per combattere la noia: “Durante i tempi morti delle giornate ho iniziato a leggere scegliendo i testi da prendere in prestito in biblioteca. “Undici minuti” di Coelho è stato il primo libro che ho letto e da lì è iniziato tutto.
Fino a quell’età, avevo 19 anni, avevo visto i libri come qualcosa di prettamente scolastico che mi veniva imposto, e questo obbligo mi suscitava un rifiuto. Quando ho scoperto che potevo essere io a scegliere cosa leggere, con quali mondi poter interfacciarmi, mi sono appassionata”.
Le dieci opere che compongono l’esposizione artistica, che sarà aperta al pubblico giovedì 26 settembre, alle ore 16.00, sono state selezionate tra quelle in gara per la sezione delle illustrazioni. In perfetta sintonia con la mission del Festival, è stato lanciato un contest che ha chiamato a raccolta scrittori, illustratori, poeti e cantautori calabresi.
I riconoscimenti messi in palio mirano a sostenere in maniera fattiva la diffusione culturale e il percorso dei protagonisti del mondo dell’editoria. L’opportunità principale per il primo classificato della categoria illustratori consisterà nell’esposizione delle proprie opere a Milano all’interno del locale calabrese "Sbunda" e nella collaborazione di un anno con NON magazine.
Il vincitore della categoria scrittori otterrà la lettura di un estratto del racconto durante il festival, la pubblicazione per la collana “Shots” di Galileo editore partner dell’iniziativa, e un contratto di edizione.
La migliore poesia verrà letta dal vivo durante l’Open Mic a cura di Teste Moleste (in programma sabato 28 settembre alle ore 22) e sarà pubblicata su NON magazine.
L’aspirante cantautore che convincerà la giuria, oltre all’assegnazione il premio di riconoscimento "Tutto Calabria”, avrà la possibilità di esibirsi in apertura del concerto di chiusura del festival.
Usare e diffondere la parola è un atto politico e sociale al punto da essere simbolo di lotta al potere e arrivare a suscitare dissenso e contrarietà. Un concetto su cui saranno imperniati gli incontri di giovedì 26 settembre dal talk “Parole per non disunirci” alla presentazione del libro “Sogni e illusioni di libertà. La mia storia” di Patrick Zaki. Sarà l’unica tappa in Calabria per l’attivista e ricercatore egiziano, ex prigioniero di coscienza, ha trascorso 22 mesi nelle carceri del suo paese esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.
L’impegno da parte degli organizzatori del NON Fest è quello di andare in soccorso al mondo dell’editoria che attraversa una fase di profonda crisi di stampo culturale ed economico. Per spiegarlo Miriam Belpanno parte da un esempio tratto dalla quotidianità: “Le edicole vicino casa mia non ci sono più e per acquistare un giornale devo spostarmi dal quartiere Stadio fino a Piazza Matteotti. I dati riguardo alla lettura sono sempre in calo e la dominazione dei social ha diffuso la pratica delle flash news, segnalazioni che trattano in maniera sintetica ogni avvenimento. Un mondo semplificato e superficiale. Mi piace credere che questa tendenza possa spegnersi, come tutte le mode effimere, e si possa ritornare alla carta stampata, all’approfondimento delle notizie, al desiderio di sfogliare i libri. Questo per me è un mondo affascinante di cui non si dovrebbe fare a meno e che spero di veder riemergere dalle ceneri come una fenice” racconta con una vena romantica Miriam che rintraccia energie vitali nella partecipazione trasversale al mondo della cultura da attivare attraverso le contaminazioni tra i vari generi. Non c’è da stupirsi se a fare da sottofondo al reading letterario sia stata scelta la musica elettronica.
L’iniziativa invita inoltre a riprendere la strada già battuta di un giornalismo civile: “Circa dieci anni fa, dopo aver affidato alle pagine di un giornale il racconto di un’esperienza di lavoro in cui mi erano stati negati dei diritti, ho ottenuto il giusto riconoscimento. È stata la dimostrazione di come la parola possa tutelare dalle ingiustizie” conclude Belpanno.
Rosita Mercatante per Area Teatro - Catanzaro Centro