AMA Calabria apre il sipario sul nuovo anno con lo spettacolo LE BAL - L’Italia che balla dal 1940 al 2001, che andrà in scena domani, giovedì 11 gennaio, alle ore 21.00, al Teatro Comunale di Catanzaro. Un’opera dove la musica si fa drammaturgia e permette alle azioni di esplodere in un dispositivo di partecipazione che esalta il sapore della festa.
Uno spettacolo elegante, poetico, divertente che nasce da un’idea originale dell’attore e sceneggiatore Jean-Claude Penchenat, candidato al David di Donatello nel 1984 per la migliore sceneggiatura. Esuberante, ricco di colori e dal ritmo incalzante vedrà in scena 12 artisti, attori e danzatori, tra cui Giancarlo Fares, che ne firma anche la regia, e Sara Valerio. È proprio l’attrice romana a guidarci in anteprima ad un’attenta analisi dell’opera: “La particolarità principale è che rispetto alle classiche proposte di prosa si assiste ad uno spettacolo senza parole. Eppure non si tratta di uno spettacolo di danza. In scena ci sono 12 attori e la drammaturgia è affidata alle scelte musicali. È un percorso sulla memoria per riappropriarci dell’importanza dell’altro. Una delle scene più forti e significative è quando indossiamo delle cuffie e, pur condividendo lo stesso spazio, ognuno balla da solo dimenticando la presenza degli altri corpi vicino a noi. Sarà solo l’arrivo dell’11 settembre, un evento tragico, a farci accorgere che ancora esistono le altre persone e sono l’unica possibilità di salvezza e di speranza”.
La bellezza de “Le Bal – L’Italia balla dal 1940 al 2001”, sta nella forza comunicativa dei corpi degli artisti che riescono a comunicare sentimenti e stati d’animo solo con la forza della propria gestualità.
Tutto ha inizio ai giorni nostri: ci sono delle solitudini che si incontrano in balera e condividono un pomeriggio musicale. Da qui un flashback porta la narrazione alla fine degli anni trenta e poi si procede in ordine cronologico fino al 2001: dalla Seconda Guerra Mondiale alla liberazione, dal boom economico alle lotte di classe, dalla corruzione alle droghe, dal degrado alla paura dell'undici settembre e infine alla riconquista dei valori.
Rispetto al fortunato format francese la versione che porta la firma del regista Giancarlo Fares racconta la storia dell’Italia a differenza dell’originale che racconta quella del Paese transalpino. La selezione dei brani musicali rimanda ad un’atmosfera di note che appartengono alla nostra memoria – da Claudio
Villa a Domenico Modugno, Adriano Celentano, Gino Paoli, Gianni Morandi, Mina, Rita Pavone, Raffaella Carrà, i Pink Floyd, i Rolling Stones e Gloria Gaynor – o a passo di marcia mentre risuonano gli inni che hanno scandito la storia.
A Sara Valerio il compito di raccontare l’evoluzione della donna nelle fasi storiche affrontate: “Il mio personaggio non è solamente uno. È una donna che vive l’excursus storico della condizione femminile. Una donna che durante gli anni ‘40 è una moglie che vede partire il proprio marito per il fronte e non sa se tornerà o meno, che veste gli abiti di lavoro perché la vita deve andare avanti, una donna che prende atto della miseria provocata dalla guerra ma che si rimbocca le maniche ed è pronta alla ricostruzione. Una donna che arriva alla liberazione da un patriarcato pesante negli anni ‘60, che si appropria della propria libertà e del proprio corpo negli anni ‘70 e poi negli anni ‘80 non sa più cosa farsene di questa libertà e inizia a rappresentare un oggetto sessuale anche grazie all’avvento delle televisioni private, e trova il suo riscatto negli anni 2000.
In scena ci sono altre cinque figure femminili che diventano testimoni di quelle epoche storiche con le molteplici sfaccettature e stereotipi che le hanno caratterizzato”.
Un punto di forza per Sara Valerio è stato poter lavorare al fianco di Giancarlo Fares: “Siamo la coppia più anziana dello spettacolo. Ciò ci permette di raccontare con una peculiarità diversa di quella che può essere l’esuberanza e l’entusiasmo dei nostri colleghi più giovani. Siamo una coppia anche nella vita. Abbiamo raggiunto il nostro equilibrio pronti a sostenerci quando uno dei due lo sta perdendo. Insomma stiamo imparando la compensazione”.
L’intrattenimento musicale non offusca l’azione sociale che il teatro si prefigge di compiere: “La spensieratezza e l’intrattenimento hanno la propria importanza, il proprio valore ma la funzione principale del teatro è quella dichiarata da Paolo Grassi che definisce il teatro una comunità liberamente riunita che ascolta una storia e anche quando non se ne avvede quella storia inciderà sulla vita sociale del pubblico.
Nella società contemporanea il teatro svolge questa funzione a livello inconscio anche quando non è questo il suo obiettivo principale. Spesso oggi assistiamo a delle proposte di puro intrattenimento senza nessun altro fine. Anche in quel caso il pubblico si rende conto di non essere cambiato da quell’esperienza che resta tale e andrà a cercare altro” spiega Sara Valerio dichiarando il suo legame indissolubile con questa forma creativa: “Arrivata a quarant’anni posso dire che questo è quello che so fare e che voglio fare. È una scelta difficile, complicata, precaria. Non viviamo più nell’epoca in cui ci sono lunghe tournée e quindi un sostentamento che copre tutto l’arco dell’anno. È un mestiere che va inventato e reinventato ogni giorno. Per quanto riguarda il genere prediligo una drammaturgia contemporanea. Un teatro di azione sociale e civile”.
Sui progetti in cantiere si esprime con scaramanzia: “Sono impegnata nella realizzazione di due nuovi spettacoli di teatro di narrazione, sempre in collaborazione con Giancarlo Fares, e mi aspetta una commedia ironica e leggera sulla vita di coppia”.
Il resto del cast è composto da Riccardo Averaimo, Alberta Cipriani, Manuel D’Amario, , Alice Iacono, Francesco Mastroianni, Pierfrancesco Perrucci, Maya Quattrini e Viviana Simone, Pietro Rebora e Giulia Bellanzoni.
Rosita Mercatante per Area Teatro - Catanzaro Centro