Una città unica sotto tanti aspetti: i tratti fisionomici sono marcati e la personalità ben definita. Un’immagine dai colori vividi che racchiude in maniera simbolica il tris di V, la lettera iniziale delle parole vento (che con le sue brezze accarezza la città durante tutte le stagioni), velluto (il richiamo alla fiorente attività serica del passato) e Vitaliano (il rimando al Santo Patrono); i sapori decisi del morzello, succulento piatto tipico; il legame viscerale con la squadra di calcio disseminato in ogni rione, tra i drappi giallorossi appesi ai balconi e alle finestre. Ed ancora il dedalo di viuzze dalle antiche radici che si incollano ad una lingua di corso; i quartieri a nord che sorgono ai piedi della Sila e quelli a sud che scivolano verso il Mar Jonio. L’atmosfera autentica di una città che nel tempo ha sempre conservato, nonostante il ruolo di capitale della regione, la sua dimensione umana al punto da poterle attribuire “un cuore di paese”. Un piccolo centro dove anche il modo di identificare i luoghi urbani è insolito.

Qui la denominazione delle vie e delle piazze è la diretta espressione della memoria condivisa dell’intera comunità. Sui “Tre Colli” non ci sono semplici spazi pubblici da percorrere, bensì luoghi da vivere e rivivere attraverso espressioni e modi di dire che richiamano alla mente - e soprattutto al cuore - pezzi di storia, consuetudini, abitudini popolari. Qualche volta l’attribuzione del nome rispecchia le peculiarità e la morfologia del territorio oppure la persistenza nel gergo comune di iconiche attività commerciali. 

L’espressione “A La Standa”, ad esempio, punta su una posizione ben precisa. Ci troviamo in via Acri, di fronte Piazza Matteotti, dove dal ’68 al 2000 trovava collocazione uno dei più famosi grandi magazzini, antesignani degli attuali ipermercati. Nonostante siano passati 23 anni dalla chiusura dell’esercizio commerciale, pronunciare quel nome ha ancora un significato.

Ci sono poi altre zone per cui un catanzarese non farebbe assolutamente mai riferimento alle scritte riportate sulle targhe toponomastiche. In alcuni casi neppure le conosce. 

Come succede per i “soprannomi” dati a famiglie o persone, anche questi “appellativi” riferiti ai luoghi sono stati tramandati da una generazione all’altra. 

In una sorta di mini tour virtuale della città queste sono le più significative. “Porta Marina”, vicino Bellavista, era la principale entrata nel borgo antico della città e il suo nome deriva dalla posizione rivolta verso il mare. La zona “Fora e porta” cioè fuori dalla cinta muraria è quella che da piazza Matteotti si allunga verso Via Indipendenza. “I Coculi”, riconducibile a Piazza Larussa, erano un quartiere popolare in cui era situato il mercato alimentare e numerose botteghe. Proprio dai prodotti venduti, in gran parte, uova, frutta, noci deriva il nome coculi che significa ciottoli, ma che era utilizzato per identificare gli oggetti di dimensioni piccole e tondeggianti. Oppure dai ciottoli che ne componevano la pavimentazione. “A Vallotta” è un’area adiacente la “Grecìa”, probabilmente il più antico insediamento urbano cittadino.

Anch'essa, il cui nome significa “piccola valle”, suggerisce la presenza, in passato, in questi luoghi di aree coltivate.

“A Scinduta de Barracchi”, la colorata e rumorosa Via Mario Greco dove subito dopo il terremoto del 1832 vennero costruite abitazioni provvisorie per donare riparo immediato alle persone rimaste senza casa. “A Scinduta dei Forgi” attualmente chiamato Discesa Gradoni era la sede di varie botteghe artigianali del ferro e di maniscalchi. “Lo Zingarello” denominazione antica di Largo Prigioni dove sopravvive l’antico tessuto urbano medievale, fatto di strette stradine e vicoli intricati. “A Crucia” a Via Poerio, la parallela di Corso Mazzini. “La Curva del Gas” in viale dei Bizantini, denominata così perché c’era il Gasometro. “La Curva del Vento” in Via Aldo Barbaro nelle vicinanze della zona Giardini di San Leonardo dove metaforicamente ci piace immaginare che il vento soffia più forte perché da decenni continua ad essere il punto in cui convergono le energie dei più giovani. 

Nella toponomastica tutta catanzarese è completamente assente il culto delle personalità: non ci sono infatti strade o piazze dedicati a personaggi famosi.

Rosita Mercatante per Area Teatro - Catanzaro Centro