IL PICCOLO OSPITA IL TÈ LETTERARIO DI ALLIANCE FRANÇAISE CON YVONNE FRACASSETTI BRONDINO E IL SUO “ALBERT CAMUS. FIGLIO DEL MEDITERRANEO”

“Albert Camus. Figlio del Mediterraneo” è il libro scritto da Yvonne Fracassetti Brondino, che ripercorre la vita e il pensiero, attraverso il richiamo ad uno dei suoi più grandi capolavori letterari, del filosofo e scrittore originario di Mondovì, in Algeria, una cittadina nata in seguito al colonialismo francese in Africa, un poeta secondo Yvonne Fracassetti più che un filosofo esistenzialista, come fu definito, figlio da tre generazioni di emigranti, che si sentì dovunque straniero e riconobbe come sua unica patria la natura mediterranea, la splendida e rigogliosa terra del sole.

L’autrice è stata ospite dell’incontro organizzato dall’Alliance Française de Catanzaro presso Il Piccolo del Teatro Politeama Mario Foglietti nell’ambito dei ‘tè letterari’ di cui si rende protagonista la scuola di lingue di Via Turco, presieduta dalla professoressa Fernanda Tassoni, che, oltre a svolgere la sua attività didattica con gli studenti dei corsi, rappresenta un circolo che promuove anche iniziative di spessore aperte al pubblico in grado di avvicinare e far immergere nell’affascinante mondo della cultura francese.

Durante l’incontro, alla presenza del direttore generale del Teatro Politeama Mario Foglietti, Aldo Costa, Yvonne Fracassetti ha dialogato con Fernanda Tassoni sulla vita e le opere di un personaggio molto discusso, partendo da uno dei suoi scritti più famosi, “Le Premier Homme” (Il Primo Uomo), la sua autobiografia pubblicata postuma, dopo la caduta del Muro di Berlino, a circa trentaquattro anni di distanza dalla sua morte prematura a seguito di un incidente stradale, sul cui luogo fu ritrovato questo manoscritto. E ciò proprio in virtù della sua figura molto discussa, del suo pensiero così aperto e del suo spirito libero, che rischiava di essere considerato troppo rivoluzionario in un’epoca dominata dai regimi totalitari, che non mancò di condannare. Attraverso la lettura in lingua di alcuni passi del libro, reinterpretati in italiano da Anna Maria Palaia, con l’accompagnamento al pianoforte di Roberto Tavano, l’autrice ha passato in rassegna le tappe principali della vita di Camus, il suo singolare rapporto con la madre, analfabeta e con deficit del linguaggio, con cui disse di essere riuscito a comunicare più di qualunque altra persona, che parla della sua gioventù a Mondovì di ragazzo povero ma ricco della bellezza e della luce del mediterraneo. Ne Il Primo Uomo, come ha sottolineato Yvonne Fracassetti, descrive questa gioia e questa comunione piena con quella natura, che rivive ritornando nella sua terra, a Mondovì, dopo la parentesi degli anni vissuti in Francia, che egli definì come un esilio, per ritrovare, come scrisse, quelle forze oscure dell’animo, che gli permisero attraverso questa autobiografia di liberarsi e ricongiungersi con il proprio senso della vita.

Nonostante fu premiato con il Nobel per la letteratura, fu un poeta deriso per questa sua sensibilità mediterranea, che scelse di non assomigliare a tutti, scomodo perché decise di far passare la verità prima dell’ideologia, ha detto Yovonne Fracassetti. Un uomo che parla di un’appartenenza profonda, di una forma di amore e felicità sacre che ritrova nella comunione con il mondo e con la verità, nell’equilibrio tra ciò che è e ciò che dice, producendo questa opera che parla di una certa forma di amore. L’autrice ha ricordato che, secondo Camus, non si arriva alla verità tramite la speculazione intellettuale, ponendosi in contrasto con il razionalismo e lo storicismo imperanti, poiché laddove fallisce la ragione c’è l’intuizione che aiuta a ritrovare ‘nella luce del sole del Mediterraneo e nei primi insegnamenti’ la conoscenza dell’animo. Paragonato al poeta italiano Eugenio Montale, che parla di un Mediterraneo antico, l’esperienza sensoriale del mare, del cielo e del sole sono alla base di qualsiasi pensiero di felicità e pienezza, poiché in esso, come dice Camus, esiste una particolare intelligenza del cuore che consente di passare ad un grado più elevato di conoscenza di se stessi e del mondo, che è anche quello più umano. Il ritorno alla luce del Mediterraneo rappresenta per Camus un modello da fornire per uscire dal buio, un modello di salvezza per l’uomo moderno.

Yvonne Fracassetti, ha infine salutato il pubblico manifestando la sua grande gioia nell’aver conosciuto la città di Catanzaro e ha detto a conclusione: “Non c’è separazione tra la natura e la cultura al Parco della Biodiversità Mediterranea”.