A vent’anni dalla morte della scrittrice Laudomia Bonanni, l’ultimo lavoro di Daniela Pietragalla edito da Rubbettino dal titolo “Nessuno ha figli. Storie di donne e di bambini in guerra nella narrativa di Laudomia Bonanni”, tenta di riportare alla luce la figura di una delle più dimenticate autrici del Novecento, attraverso un percorso biografico e bibliografico che rimette mano su alcuni dei suoi scritti, molti dei quali distrutti dalla stessa autrice, provando a ricostruire le tappe della sua vita, soffermandosi in particolare sulle pulsioni e i tumulti che l’hanno caratterizzata.   

La presentazione del libro, promossa dal Comitato Dante Alighieri Catanzaro, si è aperta con la consueta introduzione della presidente Teresa Rizzo, che ha voluto ricordare l’impegno della Società Dante Alighieri nella promozione e nella divulgazione della lingua, della cultura e della letteratura italiana nel mondo. E’ stata Elisa Chiriano, docente e conduttrice radiofonica, a moderare l’incontro che si è svolto nella sala conferenze del Museo Storico Militare del Parco della Biodiversità, a cui hanno preso parte, oltre all’autrice, Mauro Notarangelo, psichiatra, e Aurora Martorana, docente di Filosofia e socia del Comitato Dante Alighieri, quest’ultima a guida di una rappresentanza di studenti del Liceo Scientifico Siciliani che hanno rivolto domande all’autrice prendendo spunto da alcuni passi del libro e dall'attualità. 

"Dare spazio ai testi come avrebbe voluto la scrittrice, nel silenzio della lettura e non nell’abbandono del silenzio”. E’ questo l’obiettivo del libro di Daniela Pietragalla, catanzarese, dottore di ricerca in Italianistica, in passato docente nelle università di Torino e di Pisa, che si imbatte nel nome di Laudomia Bonanni e, credendo nella grazia degli incontri, decide di mettersi sulle tracce di questa scrittrice dimenticata, nata a L’Aquila nel 1907 e morta nel 2002 all’età di 98 anni in completa solitudine, a cui veniva riservato un piccolo trafiletto sui grandi tomi della letteratura italiana. Decide di approfondire lo studio sulla sua figura ricercando l’unico libro allora disponibile nella biblioteca dell’Università di Pisa, il libro “Vietato ai minori”, una sorta di anti vangelo dell’infanzia, una delle tematiche più care alla scrittrice, che fu prima maestra elementare e poi consulente del Tribunale dei Minori in Abruzzo, due esperienze che la influenzarono molto.

La scrittrice Laudomia Bonanni nasce, infatti, come autrice di libri per bambini, “i nipoti di carta”, come lei stessa li definiva, che regalava alla madre, figura centrale della sua vita, dalla quale non riuscì mai realmente ad emanciparsi. Non attuando quel tradimento necessario ad affermarsi come persona, come ha sottolineato nella sua analisi il prof. Mauro Notarangelo, che durante l’incontro al Musmi ha offerto un punto di vista psicologico soffermandosi sulla personalità dell’autrice, la cui vita fu scandita da episodi di nevrosi sfociata nella depressione che l’accompagnò fino alla morte. Un tema depressivo che diventa anche generativo, poiché nel buio interiore la scrittrice trova la strada attraverso la scrittura, aprendosi alle profondità enormi del linguaggio interiore.

Laudomia Bonanni con“Il fosso”, si aggiudicò nel 1948 il premio promosso dal salotto culturale di Maria Bellonci, gli Amici della Domenica, e nel 1950 vinse il Premio Bagutta, conquistandosi l’apprezzamento di personaggi del calibro di Eugenio Montale, che divenne uno dei suoi massimi estimatori. Oltre al tema dell’infanzia, cara a Laudomia Bonanni fu la questione riguardante l’affermazione della femminilità, diventando una sorta di antesignana del movimento femminista che di lì a poco avrebbe preso piede. Inizialmente di idee socialiste, definita una misantropa gentile, non riesce però a mantenere uno spazio nella società letteraria dell’epoca, fortemente politicizzata, e dopo una breve parentesi di adesione al fascismo, sceglie di non iscriversi a nessun partito e piano piano si auto esclude, ritirandosi a vita privata quando nel 1985 Bompiani decide di non pubblicare il suo ultimo romanzo “La rappresaglia”. Una personalità molto controversa su cui Daniela Pietragalla ha voluto accendere una luce, soffermandosi sul tormento di una donna criptica e inquieta e sulla grande attualità delle tematiche care all’autrice.

(Multi Cunti  per Area Teatro - Catanzaro Centro)