Al via la prima edizione di PRO.S.A., il progetto dei Professionisti dello spettacolo associati che unisce la Fondazione Politeama con Dracma Teatro e il Teatro del Grillo. Dopo la prima serata con protagonista Emanuela Bianchi ne “La magara”, lo spettacolo di Confine Incerto dedicato alla figura e al processo per stregoneria di Cecilia Faragò, sul palco del Teatro Politeama Mario Foglietti venerdì sera ci sarà un altro imperdibile appuntamento. Sarà infatti il turno di Saverio La Ruina e del suo “Via del Popolo”, prodotto dalla compagnia Scena Verticale. Attore e autore tra i più premiati e attivi del teatro contemporaneo, il calabrese La Ruina torna a Catanzaro con la sua ultima fatica, un viaggio attraverso i ricordi, che rivivranno sul palcoscenico grazie a un monologo scritto e diretto dallo stesso attore, due volte Premio Ubu nel 2012 come Migliore attore italiano e come Migliore testo per “Dissonorata”.

La “Via del Popolo” del titolo del nuovo spettacolo di La Ruina, è una delle stradine interne di Castrovillari, che il nostro percorreva quotidianamente, fin da quando era un bambino: partendo dal tempo che ci si impiega ai nostri tempi per percorrerla tutta – sono a malapena 200 metri -, pari a un paio di minuti, il confronto con quello che era in passato è facile. Un tempo, spiega l’attore, ci si metteva almeno mezz’ora a fare Via del Popolo. Il perché è nella vita delle cittadine di provincia, che adesso non c’è più: i centri commerciali hanno fatto abbassare le serrande e i negozietti dei piccoli centri sono cambiati insieme alla fine della vendita al dettaglio. 

Ciò che La Ruina porta in scena, come sempre alternando il dialetto alla lingua, è un modello sociale dettato da una società globalizzata, in cui il grande commercio ha inghiottito le relazioni personali che potevano esserci, e c’erano, tra negoziante e acquirente. Ma “Via del Popolo” non è solo il racconto delle attività che brulicavano lungo il suo percorso: è anche il tragitto attraverso la comunità del paese. Quella che conosceva tutti o meglio conosceva tutte le famiglie, che ti chiamava per nome e ti collegava con i tuoi genitori, sottolineandone i rapporti, fatti di amore, ma anche di politica, di umanità. Era quella con cui chiacchierare del tempo, della salute e non solo, fatta di personaggi che difficilmente riuscirai a dimenticare, anche a distanza di decenni e decenni. Saverio La Ruina e Via del Popolo fanno questo: riflettono sul tempo che scorre, e sul senso che ancora oggi possiamo dargli, nonostante tutto.

(Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)