Chi già lo ha visto dal vivo, torna piuttosto volentieri a riascoltarlo, perché Massimo Ranieri, piaccia o meno, è unico. Il numerosissimo pubblico presente venerdì sera al Teatro Politeama per la seconda delle tappe calabresi del tour promozionale del suo ultimo album, a cura de L'altro Teatro, lo sa bene. Il motivo è tutto suo, di questo cantattore senza età che gioca su quella sua, biologica, e non nasconde le tante esperienze che nel corso della lunga carriera ha avuto modo di vivere, riportandole con semplicità, ironicamente, sul palco. 

Sì, è per questo che il Teatro Politeama ha potuto registrare un tutto esaurito senza esitazione ed è sempre per questo che, sebbene in pochi conoscessero i brani dell’ultima fatica discografica di Ranieri – arrivata a 25 anni dalla precedente -,  tutti sono stati concordi sulla spettacolare riuscita della serata, che è stata davvero bella. 

Certo, il merito è anche degli evergreen della canzone italiana che puntualmente rivivono in scena, e che tutti, ma proprio tutti, cantano a squarciagola, abbandonando ogni resistenza. La meravigliosa “Vent’anni” e poi ancora “Mi troverai”, “Se bruciasse la città”, “La vestaglia”, “Luna rossa” e “Anema ‘e core” di Murolo, “Pigliate ‘na pastiglia” e “Tu vuo’ fa’ l’americano”di Carosone, “Quel che si dice” di Aznavour, “Resta cu mme” di Modugno, la mitica “Rose rosse” hanno lasciato spazio a molte delle canzoni contenute in “Tutti i sogni ancora in volo”, uscito a fine 2022, come “Canzone con le ruote”, “Di me di te”, “La mia mano a farfalla”, “È davvero così strano”, “Questo io sono”, “Lasciami dove ti pare” e “Lettera di là del mare”. 

Il gran finale, prima della toccante dedica all’amico Maurizio Scaparro – regista e critico teatrale, scomparso lo stesso giorno del concerto catanzarese  -, manco a dirlo, è stato con “Perdere l’amore” che ha letteralmente infiammato ciò che ancora, poca roba, non lo era.

Parlare solo di un pubblico femminile che cede al fascino dello scugnizzo impenitente, è riduttivo però: erano anche tanti gli uomini che si sono lasciati andare a canti e proposte di brani al cantattore, in barba alla scaletta.

Sebbene, anche nel parterre del Politeama le generazioni siano state tante – chi lo ha detto che i più giovani non impazziscono di fronte a Ranieri? – il pubblico è di quelli d’un tempo, senza striscioni e pupazzetti da lanciare sul palco, ma sovreccitato come pochi. 

Non stupisce se alla pseudo confessione del napoletano, “Credo nell’amore e aspetto ancora quello vero”, dalle poltrone siano fioccate le proposte, e addirittura una signora si è pure arrampicata sul palco per abbracciarlo e consegnargli un mazzo di rose rosse, portandosi a casa anche il commento di Ranieri: “Che bella femmina”. 

Non stupisce, dicevamo, ma serve a capire il tenore del pubblico, emozionato e urlante – i “sei bellissimo” arrivavano a fiumi -, di fronte a un idolo che va oltre la sua semplice presenza scenica. Per 72 anni ad aprile, non è davvero poco.

(Carmen Loiacono/Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)