Qualcuno gli ha fatto notare che poteva sembrare una barzelletta, ma l’architetto Alessandro Pitaro Architect ha preferito ricordare un film di Sergio Leone, quando ha riepilogato l’organizzazione dell’incontro di venerdì sera, con «un musicista, un matematico e un architetto». 

L’occasione è stata l’ultimo appuntamento de “L’Architettura in cinque sensi, alla scoperta delle relazioni tra l’architettura e i cinque sensi”, il ciclo di seminari volto a scoprire ed approfondire il legame tra architettura ed il mondo che ci circonda, organizzato dall’Ordine professionale cittadino con il patrocinio della Fondazione Architetti Catanzaro e del Conservatorio di Vibo Valentia "Fausto Torrefranca"

Venerdì sera è stato il turno dell’incontro dedicato all’architettura e all’udito, a cavallo tra composizione musicale e architettonica. Da qui la presenza dell’insolito terzetto di relatori anticipato in apertura: Giulio De Carlo, compositore e direttore del coro polifonico Singing Cluster, Nicola Chiriano, docente di Matematica e musicista, Luigi Prestinenza Puglisi, saggista, critico e storico dell’architettura. 

Quest’ultimo si è concentrato sull’architettura al servizio della musica e sulla «predisposizione degli architetti alla musica», portando alcuni esempi come l’auditorium Parco della musica di Roma, che porta la firma di Renzo Piano, e la Walt Disney concert Hall di Los Angeles, disegnata da Frank Gehry. 

Giulio De Carlo ha mostrato con l’aiuto di alcuni filmati «la riprova sul campo» di come si può comporre un pezzo a partire o da una nota autobiografica, in un primo caso, oppure, come nel secondo pezzo proposto, cercando una commistione tra la tradizione e l’innovazione, facendo un parallelismo con l’architettura. «È l’idea dell’architetto che si fa strada attraverso la progettazione e diventa edificio nel primo caso», ha spiegato, mentre per il secondo «l’edificio è come un ponte, tra l’antichità e il presente e il futuro», come ha suggerito il professore Chiriano. 

Cercando di analizzare quali potrebbero essere i collegamenti tra la composizione di un brano musicale e la progettazione architettonica, De Carlo ha poi argomentato come «tutto parte dal mondo dello spirito , dell’intellegibile, e quindi dall’ispirazione, da ciò che è sorgivo, spontaneo, e si fa strada attraverso ciò che è fuori di noi, ma anche ciò che è dentro di noi, nella nostra parte più creativa e intuitiva». Il passaggio successivo è «il momento più razionale, formale, tecnico in cui c’è un momento di cesello, di sistemazione del materiale che è arrivato. Il momento più importante è questo: si arriva dal mondo dello spirito attraverso l’intuizione al mondo intellegibile, materiale, formale, si crea un prodotto che poi viene interpretato da qualcuno, sia questo un suonatore, un musicista, un cantante che quindi a sua volta entra a far parte dell’atto creativo con la sua individualità». Infine «il prodotto finisce per essere fruibile alle persone che sono l’atto finale di questa catena: è qualcosa in sintesi che è iniziato nel mondo delle idee, “platonicamente” parlando, per poi arrivare nel mondo reale attraverso il passaggio di varie coscienze, varie anime, che hanno potuto confluire nel prodotto ultimo».

(Carmen Loiacono/Multi Cunti per Area Teatro - Catanzaro Centro)