La Libreria Punto e a capo gremita di persone che si sono lasciate trasportare nel viaggio introspettivo sul tema della diversità attraverso la musica e le parole tratte da opere letterarie, citazioni e celebri discorsi come "I have a dream" di Martin Luther King Jr., diventato il simbolo della lotta contro il razzismo negli Stati Uniti. Un viaggio nell'umanità, come l'ha definito Paola Tigani Sava, titolare del negozio di via Jannelli e ideatrice dell'iniziativa nata dalla ricerca personale e dalle suggestioni di un gruppo di amici, tra cui Roberta Mazza e i musicisti amatori Paolo Lamanna e Tito Gatani. 

Il brano di Niccolò Fabi "Io sono l'altro", da cui ha preso il titolo la serata che replicherà venerdì prossimo, 10 giugno, è stato lo spunto per affrontare un argomento che si ripropone costantemente nella drammatica attualità delle guerre, delle discriminazioni e delle violenze di ogni genere che vengono perpetrate ai danni dell'altro, appunto. Brani tratti dalle memorie di Anna Frank, dal diario di Gino Strada, o da pellicole cinematografiche come "Wonder" di Stephen Chbosky, hanno aperto spiragli sul tema della diversità, intesa come ricchezza e come profonda e assoluta accettazione di se stessi e degli altri. Come canta Niccolò Fabi, l'altro, "quello che spaventa", si può trovarlo nello specchio, nella propria immagine riflessa, come "il contrario di te stesso". Ma l'altro è anche "il chirurgo che ti opera domani, quello che guida mentre dormi, quello che urla come un pazzo e ti sta seduto accanto, il donatore che aspettavi per il tuo trapianto".

Sulle note di "Sogna, ragazzo, sogna" di Roberto Vecchioni e "Credo negli esseri umani" di Marco Mengoni interpretate dalla voce di Paola Lamanna alla chitarra insieme a Tito Gatani, la serata ha voluto infondere quella speranza di riuscire un giorno a realizzare quel sogno di eguaglianza tra gli uomini attraverso un esercizio suggerito dalle parole di Elsa Morante, tratte dal libro "Aracoeli" recitate da Roberta Mazza: "E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l’ultimo Altro, anzi l’unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio".