"Per ogni donna, ogni sorella riconosciuta lungo la strada, alimentiamo un grande fuoco che lasci il segno sulla terra". Come il segno lasciato da Emilia Zinzi, catanzarese classe 1921, storica dell'arte, studiosa appassionata dei beni culturali della Calabria che assunse l'incarico di soprintendente onorario per la conservazione dei monumenti e degli oggetti d'antichità e d'arte della Provincia di Catanzaro raggiungendo una fama che andò ben oltre i confini nazionali. Una delle personalità più autorevoli del settore il cui metodo scientifico rappresenta un modello che viene ancora oggi riproposto negli atenei d'Italia e d'Europa. Nell'inno della Fidapa l'impegno e la passione della Federazione italiana donne arti professioni affari che ha aperto così l'ottava edizione del Premio "La Rosa d'Argento", l'iniziativa fortemente voluta e portata avanti negli anni dalla Fidapa Catanzaro, istituita per iniziativa dell'allora presidente Marisa Fagà, ora a guida della Ande, Associazione nazionale donne elettrici. Il premio è stato assegnato alle due imprenditrici, Raffaella Zinzi e Miriam Pugliese, protagoniste di due esperienze di forza, tenacia e determinazione nel campo dell'imprenditoria femminile, l'una che assume la guida dell'impresa di costruzioni di famiglia diventando procuratrice generale e affermandosi in un settore dove le donne cominciano a fare capolino, la seconda che dopo varie esperienze all’estero ha fatto ritorno in Calabria recuperando l’allevamento del baco da seta e portando il suo prodotto finito in giro per il mondo.

L'evento che si è svolto nella elegante cornice del salone di rappresentanza della Camera di Commercio di Catanzaro è stato introdotto dalla presidente in carica della Fidapa di Catanzaro, Laura Gualtieri, che ha letto una lettera della professoressa Zinzi dove emerge un aspetto poco conosciuto che riguarda il suo rapporto con i giovani, i suoi allievi, la passione portata avanti negli anni dal 1957, il suo primo anno di insegnamento, quando assunse la cattedra di Storia dell'arte del Liceo classico Galluppi, che fu l'inizio della sua brillante carriera. Il presidente della Camera di Commercio, Daniele Rossi, ha rimarcato la vicinanza dell'ente camerale alle iniziative della Fidapa, sottolineando l'importanza di onorare il ricordo di Emilia Zinzi e lanciando la proposta di procedere alla intitolazione di un altro luogo pubblico che sia più degno di una personalità così importante per la città di Catanzaro. 

La presidente di Ande, Marisa Fagà, ha voluto ricordare il sostegno dell'allora presidente della Cciaa Paolo Abramo che ha affiancato la Fidapa nell'istituzione del premio "La Rosa d'Argento" e ringraziato il presidente in carica Daniele Rossi per l'impegno a proseguire sulla strada di iniziative importanti come l'apertura al pubblico del grande patrimonio cultrale della biblioteca dell'ente camerale. <<Attraverso la memoria si vive l’oggi e si costruisce il futuro - ha detto Marisa Fagà - e realizzare un premio significa dare un’opportunità, dimostrare che nella nostra Calabria non è tutto buio, significa rincuorare i giovani e illuminare le bellezze e le eccellenze del territorio>>. Ogni pietra ha la sua rosa, diceva Emilia Zinzi, e così il premio "La Rosa d'Argento", come ha sottolineato Marisa Fagà, attraverso il ricordo vuole invitare i giovani a seguire gli esempi dei grandi personaggi come Emilia Zinzi, condividere i loro messaggi di amore verso il patrimonio storico, artistico e culturale della Calabria e di Catanzaro in particolare. La presidente Ande ha lanciato l'idea di istituire un premio anche per i giovani studenti individuando nella professoressa Antonella Righini, presente all'incontro, un tramite importante per entrare nelle scuole e far conoscere alle nuove generazioni la bellezza di Emilia Zinzi perché, ha detto, <<conoscendo la bellezza impariamo ad essere belli>>. 

Pierluigi Rotundo, persona molto vicina ad Emilia Zinzi, ha portato i saluti dei nipoti Marta e Vittorio Zinzi, e con l'intervento dell'archeologo e docente dell'Accademia di Belle Arti Francesco A. Cuteri si è entrati nel vivo del ricordo di Emilia Zinzi attraverso una sequenza di immagini che hanno ripercorso le tappe più importanti del suo cammino nella riscoperta del patrimonio storico artistico calabrese. Incontrata nel 1982 in un convegno a Siena sull'Alto Medievo, Cuteri continua a seguire il lavoro di Emilia Zinzi, si ispira al suo metodo di studio, e prende corpo un rapporto di stima e amicizia reciproca che va avanti fino alla sua scomparsa nel 2004, anno in cui esce la pubblicazione “Sentieri di cultura e di amore”, dedicato alla figura di Emilia Zinzi e al suo cammino di studiosa che ha fatto della lettura del passato la sua ragione di vita. Nel tempo, con gli uomini, fra gli uomini, questo il suo metodo di ricerca ricordato con commozione da Cuteri, che l'ha condotta a scrivere oltre centosessanta testi in cui la studiosa riscopre i tesori di Calabria, Stalettì e le vasche di Cassiodoro, il Parco di Scolacium, Punta Alice, quelli delle cosiddette 'città morte', luoghi abbandonati distrutti dagli eventi e tanti altri siti di interesse storico artistico, come a Catanzaro rendendosi protagonista della riqualificazione della Chiesa di Sant'Omobono, schierandosi sempre contro "la pastura" che in Calabria ha portato al divoramento selvaggio del paesaggio e del suo patrimonio storico artistico.