Riappropriarsi dell'anima dei nostri luoghi, ricucire lo strappo nelle maglie di una rete, ricongiungerne i lembi. La città e il suo mare, Catanzaro e la sua Marina. La tartana, la caratteristica rete da pesca che ha avvolto il chiostro del Marca nell'allestimento dei pannelli fotografici dell'avvocato e fotoamatore Gianluca Bellacoscia per l'evento promosso dal Touring Club Italia, fortemente voluto da Felice Foresta, console della sezione catanzarese, diventa il simbolo dell'unione in un pensiero che supera la distanza culturale creatasi nel tempo tra la città e il mare, comune a molti centri della Calabria. Distanza che negli anni '50, grazie al contributo della storica e ricercatrice universitaria Sarah Procopio che ha raccolto alcuni articoli conservati nell'Archivio di Stato Emilia Zinzi, si è concretizzata nella distinzione onomastica tra Catanzaro e Catanzaro Lido, nella volontà degli abitanti del luogo di assumere un peso nelle decisioni dell'amministrazione comunale a favore di un centro, allora Catanzaro Marina, già depositario di un potenziale economico, turistico e culturale che si sarebbe sviluppato fino ai giorni nostri e che nell'arte della pesca ritrova ancora oggi la sua naturale vocazione. 

La voce dell'attore Salvatore Venuto ha cantato alcuni brani di Corrado Alvaro e di scrittori catanzaresi contemporanei come Eliana Iorfida, e quella di Rocco De Marco, comandante di peschereccio, ha spostato l'attenzione sul mondo della pesca, di cui Marina di Catanzaro ancora oggi si nutre, e sull'autenticità di un'arte che si tramanda di padre in figlio superando le tante difficoltà in nome di una passione che diventa forte come il mare. La Calabria, una terra, che come ha sottolineato Felice Foresta, avvocato e scrittore che nei suoi versi ha spesso celebrato la ricchezza e la bellezza delle sue genti e dei paesaggi in cui i monti si alternano al mare, di questa diversità dovrebbe farne consapevolezza di ricchezza. E Catanzaro, scavando nella sua anima dovrebbe riscoprire quella "Anima marina" che l'evento con questo stesso titolo, due parole che contengono quasi le stesse lettere, ha provato a far riemergere dispiegando pensieri come onde del mare. 

Il mare, il suo magnetismo, l'euforia e la vitalità che si provano di fronte ad esso, colte negli orizzonti fotografici di Gianluca Bellacoscia. Immagini di ragazzi che prendono la rincorsa per tuffarsi, una bambina che esce dall'acqua, una donna che salta di gioia sulla spiaggia, un ragazzo che tira un calcio al pallone colto nel momento in cui questo si allinea con l'orizzonte. Sulla nave di "Gentes", il precedente progetto fotografico in cui sono confluiti altri scatti ricompresi nel progetto "Anima Marina", Gianluca Bellacoscia omaggia il suo quartiere con la metafora della nave, la sua comunità, le gentes nell'accezione romana, le famiglie, le persone, i compagni di viaggio, gli amici che salgono e scendono da una nave immaginaria, che è la vita nel suo ciclo continuo. Attraverso la fotografia, che fissa l'istante che immediatamente diventa memoria, Gianluca Bellacoscia restituisce un mosaico di anime di paesaggi, di persone, di storie e di storia di un luogo. Gli scatti esposti durante l'incontro al Marca saranno presto in mostra al Museo del Mare all'ombra della Tonnina di Catanzaro Marina, inserito nella rete museale catanzarese, come ha annunciato la docente dell'Istituto Pacioli Patrizia Spaccaferro intervenuta nel dibattito, che ha sottolineato l'importanza di eliminare questa distanza e ascoltare l'amore che il mare ha verso la città. Accorciare retaggi, allungare reti, costruire pontili, così le parole di Felice Foresta racchiudono il senso di questo evento che ha portato l'anima del mare dentro la città.