Rendere più leggibile e fruibile la storia racchiusa nello scrigno di opere conservate nel Museo Provinciale di Catanzaro, il più antico della Calabria, oggi suddiviso nelle collezioni del Marca - Museo delle Arti di Catanzaro e del MARCH Museo Archeologico E Numismatico, stimolare l’attenzione dei visitatori su alcuni dei nodi critici della storia dell’arte e invitare tutti a vivere il museo immergendosi nelle pieghe della sua grande storia. Questi gli obiettivi del recente lavoro di riordinamento scientifico della collezione promosso dall'Amministrazione Provinciale di Catanzaro che ha visto il coinvolgimento della storica dell'arte docente dell'Accademia di Belle Arti di Catanzaro Maria Saveria Ruga alla guida di un laboratorio composto da laureande dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e specializzande delle Università di Bologna e Pisa. 

Partendo da un'operazione di ricognizione dei materiali attraverso i criteri indicati dalla Soprintendenza, sono stati ripensati i due percorsi della Galleria che si snoda nei blocchi che abbracciano il corpo di opere dei periodi dal Cinquecento al Settecento e dall’Ottocento al Novecento. Il percorso di visita si apre con la "Madonna della ginestra" di Antonello de Saliba e prosegue con la sala del Seicento, che ospita opere di prima importanza come la "Madonna degli Angeli" di Battistello Caracciolo, l’"Ebbrezza di Noè" di Andrea Sacchi e l’"Eraclito e Democrito" di Gregorio e Mattia Preti. Segue la Galleria dedicata all'Ottocento e al Novecento che rappresenta il cuore della collezione, in cui si distinguono i due cospicui nuclei delle opere del pittore Andrea Cefaly e dello scultore Francesco Jerace, a cui è dedicata una sala ispirata alle pareti del suo studio. Inaugura questa sezione una sala incentrata su temi danteschi: la barca di Caronte di Cefaly, che apre il percorso, è il primo dipinto di arte ‘contemporanea’ entrato nella collezione, per donazione dell’artista già nel momento della sua inaugurazione. Implementano il patrimonio alcune importanti donazioni, come quella preziosa degli eredi di Pietro Barillà, la riemersione dai depositi dell’opera di Giuseppe Rito e la presenza di Andrea Cefaly junior. 

Il lavoro del laboratorio si è concentrato principalmente sullo studio delle attribuzioni e delle datazioni delle opere, sciogliendo i nodi che riguardano alcuni pezzi della collezione, partendo da Francesco De Mura a Francesco Cavazzoni e alla “pittura ricamata” del Settecento. Negli spazi intitolati "Materiali di ricerca" e "Percorsi del Novecento" sono esposte in rotazione, opere provenienti dai depositi, oggetto di studi e di riscoperte, in cui sono inserite tutte le donazioni confluite nel tempo che hanno arricchito ulteriormente la collezione. Il lavoro di riordinamento scientifico, come spiega Maria Saveria Ruga, ha voluto dare il primo impulso per ricostruire i tasselli della storia di alcune opere organizzate in questi due spazi nella speranza che sopraggiungano altri nuovi giovani studiosi che vogliano arricchire il patrimonio di conoscenza sulla storia del più grande e antico museo di arte pubblica della Calabria.