"Il poeta della verità e della realtà", così lo definisce Franco Blandi nel suo libro interamente dedicato alla figura del maestro Vittorio De Seta, regista e sceneggiatore che ha segnato la storia del cinema del novecento italiano e non solo. Tante testimonianze dalla sua terra natia, la Sicilia, e dalla sua terra d'elezione, la Calabria, in occasione della prima manifestazione organizzata per il decimo anniversario della scomparsa dall'Associazione che porta il suo nome, fortemente voluta dalla nipote di De Seta, Vera Dragone, insieme agli altri promotori dell'iniziativa, tra cui Aldo Costa, presidente dell'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Andrea Dominjanni, presidente di Legambiente Catanzaro, Enza Matacera, presidente Lions Club Mediterraneo Catanzaro, insieme a Franco Blandi, Nino Galea, Giuseppe Dragone, Maria Gullì e Gianvito Casadonte. Due giorni di proiezioni, dibattiti ed eventi speciali a Catanzaro e Sellia Marina, il comune della costa ionica calabrese nel quale il regista trascorse gli ultimi anni della sua vita, patrocinati dai Comuni di Catanzaro e Sellia Marina, con la collaborazione della Filmoteca regionale siciliana, il Magna Graecia Film Festival, il Clorofilla Film Festival, le associazioni culturali Eschilo e 4Culture.Srls, il Lions Club Catanzaro Mediterraneo e Legambiente Catanzaro.

Nella sala del San Giovanni ha preso forma il ricco programma della prima giornata della manifestazione, moderata dal giornalista Rai Andrea Di Consoli, aperta da Eugenio Attanasio, autore di "Lettere dal Sud", il libro edito dalla Cineteca della Calabria, realizzato in collaborazione con Mariarosaria Donato e Domenico Levato e presentato nel cartellone della 67 edizione del Taormina Film Festival, che raccoglie lettere inedite, diari, articoli, conversazioni e testimonianze che offrono uno spaccato di alcuni momenti più significativi della vita del regista. Tra gli interventi, quello di Salvo Cuccia, autore del documentario "Détour De Seta", il progetto che rientra nel piano di valorizzazione dell’opera di De Seta portato avanti dalla Filmoteca Regionale Siciliana, rappresentata da Alessandra De Caro del C.R.I.C.D. - Centro Regionale Inventario, Catalogazione e Documentazione, che ha acquisito e restaurato recentemente tutti i documentari del regista palermitano. A seguire, Franco Blandi, autore del libro "Vittorio De Seta. Il poeta della verità", ha sottolineato l'importante ruolo del regista intellettuale e della sua ferma convinzione della potenza del mezzo cinematografico, "uno strumento in grado di reinterpretare la realtà e renderla migliore". 

Al centro della serata la proiezione di alcune sue pellicole, con frammenti tratti da capolavori come "I contadini del mare", "Lu tempo de li pisci spata", "Isole di fuoco", "I dimenticati", scene estratte dal suo più grande lavoro, il lungometraggio dal titolo "In Calabria", girato insieme a Nino Galea assistente alla regia, tra i promotori della manifestazione e membro dell’associazione Vittorio De Seta. Veri e propri documenti storici, realizzati a partire dal 1954, in cui il regista descrive con lirismo cinematografico una realtà i cui i depositari della cultura popolare sono i pescatori, i contadini, i pastori, i minatori, che diventano i veri protagonisti di un'indagine antropologica che fa emergere specifiche dimensioni umane inserite nel contesto sociale del Meridione, tra Sicilia, Sardegna e Calabria, tutte terre ricche di valori su cui fondare un senso di appartenenza. 

Il contributo a distanza della professoressa Alessia Cervini, docente di Storia del cinema presso l'Università di Palermo, ha messo in luce l'importanza di tenere viva la memoria sull'opera di De Seta e consentire la diffusione del lavoro di un autore che rappresenta una tappa fondamentale delle lezioni sulla storia del cinema italiano e del cinema in generale, in ragione della sua grande attualità che ha influenzato la rinascita del cinema del reale contemporaneo, che continua oggi a trarre ispirazione dai suoi lavori, e dell'innovazione apportata nelle tecniche cinematografiche, come nell'uso del colore, nell'abolizione quasi totale della voce fuori campo e soprattutto nell'utilizzo del suono in presa diretta. Insieme al presidente di Legambiente Andrea Dominjanni, che ha sottolineato la visione documentarista profondamente ambientalista di De Seta, la testimonianza del giovanissimo Mattia Isaac Renda, vincitore del Premio Vittorio De Seta nell'ambito dell'ultima edizione del Magna Graecia Film Festival con il cortometraggio “L'attesa", girato a Tiriolo, che ha rimarcato la grande ammirazione per l'indimenticato regista da cui ha tratto ispirazione per il suo lavoro. Gli interventi sono stati inframezzati da alcune letture della corrispondenza tra De Seta e sua moglie, l’attrice e poetessa Vera Gherarducci, che divenne la sua più grande collaboratrice, a cura degli attori Francesco Colella e Vera Dragone, con passaggi che testimoniano gli stati d'animo del regista durante le riprese dei suoi documentari celebri.