Profilazione, percorsi su misura, performance inclusive, legami con gli stakeholder del territorio in grado di contribuire alla “crescita sostenibile”, per entrare nella dimensione quotidiana dei cittadini: la Museum Social Responsibility (MSR) è il principale strumento di cui le Istituzioni culturali dovranno dotarsi per affrontare le sfide imposte dal post Covid19. 

 

“Se vogliamo rimettere l'individuo al centro – dichiara Maurizio Vanni, storico dell’arte e museologo - la scelta consapevole di una progettualità etica e responsabile finalizzata al bene comune sarà una tappa obbligata. 

I musei diventano, perciò, luoghi di interesse pubblico che si rivolgono a tutta la società, ovvero al pubblico generico, ma anche al contesto sociale (associazioni di volontariato, imprese sociali e del terzo settore) e ambientale, allo scenario formativo, agli stakeholder e alle associazioni di categoria, ricoprendo un ruolo determinante nello sviluppo dei legami, nella coesione sociale e nella riflessione sulle identità collettive proprio all’indomani della pandemia”.

 

La Convenzione di Faro afferma il diritto all’Eredità culturale da parte di tutti i cittadini e invita i paesi sottoscrittori a promuovere azioni per migliorare l’accesso al patrimonio culturale. 

“Azioni – sottolinea l’autore - che possiamo tradurre con offerte culturali tailor made in grado di coinvolgere anche chi è più lontano dalle istituzioni culturali”.

Tenendo in mente l’obiettivo della sostenibilità. “Per un museo – prosegue Vanni - è il fine a cui tendere per raggiungere l’equilibrio tra le quattro dimensioni che ne fanno parte: economica, sociale, ambientale e del benessere. 

Il museo che desidera percorrere la strada della MSR deve consolidare le relazioni con il territorio e in particolar modo rafforzare il network con il contesto sociale in cui opera”.

 

“La vera ricchezza del Museo – sottolinea Domenico Piraina - non risiede soltanto nelle proprie collezioni, ma soprattutto nei visitatori che, portatori di un proprio vissuto personale e culturale, arricchiscono di significato e di senso il patrimonio culturale. Mai i visitatori devono essere visti come consumatori ma sempre come produttori di senso e, questo, contribuisce ad arricchire la visione pluralistica del patrimonio che è la realizzazione di una effettiva democrazia culturale”.

 

“Sono quattro i segmenti di pubblico prioritari, da attrarre e fidelizzare attraverso proposte originali e differenziate: diversamente abili (persone con disagi o patologie fisiche o mentali), terza età, famiglie con bambini e adolescenti”, aggiunge Vanni.

La chiave è “far entrare l’esperienza museo nella loro quotidianità. A prescindere dai servizi (ristorante, caffetteria, bookshop, giftshop, sale laboratoriali permanenti e zone lounge) utilissimi per stimolare una frequentazione regolare, funzionano le proposte culturali supportate da performance teatrali e musicali. 

 

Ogni visita guidata diventa un piccolo spettacolo a tema, facilmente comprensibile e divulgativo, in grado di meravigliare, stupire ed emozionare generazioni diverse di pubblico, sollecitando benessere interiore, energia positiva e buonumore nei presenti. 

 

La condivisione delle emozioni, del bene comune e del bene relazionale permette di connettere persone dallo stesso stile di vita. Adesso il museo è veramente di tutti”, conclude Vanni.

 

Domenico Piraina – Maurizio Vanni

LA NUOVA MUSEOLOGIA

LE OPPORTUNITA' NELL'INCERTEZZA

Verso uno sviluppo sostenibile

(Celid, Torino 2020)

 

Domenico Piraina, laureato in Materie letterarie e in Scienze dell’amministrazione, master in Management pubblico, è direttore del Polo Mostre e Musei Scientifici del Comune di Milano e direttore di Palazzo Reale a Milano. Direttore di museo, curatore, progettista culturale, ha realizzato più di 1500 mostre in Italia e all’estero.

 

Maurizio Vanni, storico dell’arte, museologo, specialista in marketing museale. È direttore generale del Lu.C.C.A. Lucca Center of Contemporary Art e docente di Marketing non convenzionale all’Università Tor Vergata. Ha curato oltre 600 mostre in 30 paesi del mondo e ha insegnato in più di 40 università in città come Seoul, Shanghai, San Paolo, Mosca, Parigi e Toronto. Già autore de Il Museo diventa impresa. Il marketing museale per il break even di un luogo da vivere quotidianamente (Celid, 2018).